Che Paolo Banchero stesse vivendo un momento d’oro nella stagione di debutto da professionista ce n’eravamo accorti, ma non che il suo impatto fosse stato così devastante. Nella nottata di martedì, dopo una serie di altri premi individuali, la NBA ha infatti annunciato che il titolo di miglior debuttante della stagione regolare 2022/23 è infatti andato all’italo-americano. La bravura e la cattiveria dell’ala degli Orlando Magic è stata talmente evidente da permettergli di dominare in lungo e in largo il voto, aggiudicandosi il 98% dei favori della giuria. Una vittoria schiacciante, che gli ha permesso di sfiorare l’unanimità, impresa riuscita in passato solo a cinque giocatori, gente del calibro di David Robinson, Blake Griffin e Damian Lillard. Una delle stelle del futuro del basket professionistico è italiana; alzi la mano chi se lo sarebbe aspettato anche solo cinque anni fa.
Un dominio imbarazzante
L’ambitissimo titolo di rookie of the year viene scelto non tramite il voto popolare ma attraverso una giuria composta da giornalisti sportivi della carta stampata, radio e televisioni degli Stati Uniti e del Canada. Ognuno di loro ha a disposizione tre voti da distribuire ai tre giocatori al debutto che hanno fatto meglio nella NBA. Il primo posto vale cinque punti, il secondo tre, il terzo uno; il debuttante che accumula il maggior numero di punti vince il titolo. Vista la stagione clamorosa messa dall’italo-americano, nessuno dubitava che sarebbe stato lui a vincere ma le dimensioni del trionfo sono impressionanti. Paolo è stato scelto come migliore da 98 su 100 giornalisti, finendo quindi con 494 punti sui 500 possibili. Ad inseguirlo ad amplissima distanza l’ala degli Oklahoma City Thunder Jalen Williams ed il centro degli Utah Jazz Walker Kessler, l’unico a portare via due primi posti all’azzurro.
La stagione della prima scelta del draft è stata spettacolare: 20 punti di media, 6,9 rimbalzi e 3,7 assist, miglior rookie in quanto a punti segnati, superando i 20 punti in ben 40 partite ed i 30 per sei volte. Banchero è il terzo Magic a vincere il titolo, dietro un certo Shaquille O’Neal ed un signor Mike Miller. Niente male anche l’impatto di Williams, 12a scelta nel draft, che ha aiutato OKC ad accedere al play-in, dove però è stata eliminata da Minnesota. Kessler, invece, era stato selezionato dai Timberwolves prima di finire a Salt Lake City come parte del trade che ha coinvolto il francese Rudy Gobert. Meno impressionante in avanti, il lungo è diventato fondamentale per la difesa dei Jazz. Tra qualche giorno sapremo anche la composizione del quintetto migliore della Nba in quanto a debuttanti: facile prevedere che Paolo Banchero avrà un posto d’onore.
Un trofeo che porta bene
A parte la passione degli americani per questi premi un po’ così, essere il rookie dell’anno porta decisamente bene. 22 dei vincitori del passato erano state prime scelte nel draft mentre 16 sono riusciti ad essere nominati MVP della stagione in carriera. Wilt Chamberlain ci riuscì nell’anno del debutto ma uno come lui chissà quando nascerà di nuovo. Dal 1953 ad oggi, ben 30 vincitori sono finiti, una volta appesi gli scarpini al chiodo, nella Basketball Hall of Fame. Non è però una novità vedere un giocatore dalla doppia nazionalità o addirittura straniero aggiudicarsi il titolo. Prima di Paolo Banchero c’erano riusciti il giamaicano Patrick Ewing, gli australiani Kyrie Irving e Ben Simmons, il canadese Andrew Wiggins e gli europei Pau Gasol e Luka Doncic. Mentre lo spagnolo e lo sloveno si sono formati del tutto al di fuori degli Stati Uniti, l’azzurro è considerato “domestic”, dato che non ha mai giocato fuori dal territorio dell’Unione.
Nella lunga storia della Nba, solo quattro giocatori sono riusciti ad essere nominati rookie dell’anno dopo aver giocato in un altro torneo professionistico: Wilt Chamberlain coi Globetrotters, Gasol e Doncic con Barcellona e Real Madrid e LaMelo Ball, che aveva giocato in Lituania ed Australia prima di approdare nella NBA. La speranza di tutti i tifosi della palla a spicchi è che la carriera di Paolo Banchero assomigli sempre di più a questi giganti dello sport.
È ancora troppo presto per trarre delle conclusioni ma l’inizio fa decisamente ben sperare.
Ora che la off-season è iniziata, non resta che sciogliere il dubbio ed accettare la corte di coach Pozzecco. Avere il rookie dell’anno con la maglia azzurra sarebbe davvero la ciliegina sulla torta...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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