Mentre il governo greco indice un referendum per votare il pano europeo sugli aiuti e i principali mercati del Vecchio Continente vanno a picco, alla Banca centrale europea è ufficialmente iniziata la presidenza di Mario Draghi dopo il passaggio di consegne con il francese Jean-Claude Trichet. Proprio oggi le sorti della moneta unica tornano in bilico: se normalmente assumere la guida di una istituzione come la Bce è difficile e impegnativo, farlo in un momento in cui la crisi attacca le prinicpali economie dell'Eurozona lo è ancor di più.
L'ex numero uno della Banda d'Italia dovrà, a questo punto, far ricorso alle sue doti di mediatore per riuscire a raggiungere posizioni condivise e mettere d'accordo il Consiglio direttivo della Bce. In generale, si tratta di un quadro emergenziale in cui bisogna prendere decisioni tutt'altro che facili. Il tema principe è, senza dubbio, il proseguimento del programma di acquisti di titoli di Stato dell'Eurozona sottoposta a forti stress. Resta l’unica concreta difesa dalle tensioni di mercato. Prima, però, dovrà concretizzarsi il rafforzamento del fondo salva Stati concordato tra Paesi membri. Operazioni che hanno suscitato svariate polemiche interne all'istituto centrale, specialmente trai tedeschi e, in generale, tra coloro che temono che questi interventi esulino dal compito istituzionale della Bce e che possano incrinare la
sua autonomia dai governi.
Proprio questi acquisti sarebbero stati alla base delle dimissioni prima dalla guida della Bundesbank di Axel Weber, l’ex candidato rivale di Draghi alla presidenza della Bce, poi del componente tedesco del Comitato esecutivo, Juergen Stark. Ad ogni modo quanto sta avvenendo sui mercati rischia di spingere la Bce a proseguire proprio in questa direzione. Non è infatti un caso che oggi, come ha rivelato l'agenzia Bloomberg, la Bce è nuovamente intervenuta a sostegno dei titoli di Stato italiani, mentre il rendimenti si avvicinano pericolosamente a soglie di guardia e spread con i Bund tedesci raggiungeva nuovi massimi dal lancio dell’euro.
Un altro punto da sciogliere è senza dubbio la questione sulla permanenza di Lorenzo Bini Smaghi nel Comitato esecutivo. Un direttorio ristretto in cui normalmente tutte le maggiori economie dell’area euro hanno un rappresentante.
Con l’uscita di Trichet la Francia si ritrova, infatti, senza poltrone, mentre l’Italia ne ha due. Per questo Parigi ha ripetutamente chiesto di liberarle un posto. Ad oggi Bini smaghi deve decidere in piena autonomia sulla sua permanenza. Ma l'esponente italiano non ha dato cenni espliciti di lasciare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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