La bellezza non conosce crisi

Il Beauty Report 2012 svela che, nonostante la grande frenata dell'economia, tutti gli indicatori del settore registrano un'ottima tenuta. Il fatturato della cosmesi, cresciuto di 10 volte in 10 anni, non inverte il suo trend neppure nel 2011, con una crescita del 4,4%. Lo smalto per unghie addirittura quintuplica le vendite.

La bellezza non va in crisi. C'è un settore in questi tempi segnati a fuoco da parole come recessione, decrescita, austerità, tagli e risparmi forzati, che sembra immune ai morsi del difficile momento economico: quello della cura del corpo. Il make up, insomma, è in grado di fare miracoli, un po' come avvenne durante la crisi del '29 quando le donne ricorrevano a rossetti dai colori accesi per distrarsi dalla realtà del momento. Oggi, in tempi che volgono al grigio, si cerca il colore e il benessere estetico.
E' il Beauty Report 2012 - il Terzo Rapporto sul valore dell'industria cosmetica in Italia con il patrocinio di Unipro, Associazione italiana delle imprese cosmetiche - a descrivere questo fenomeno. Nonostante la grande frenata dell'economia, tutti gli indicatori registrano un'ottima tenuta del settore. Il fatturato della cosmesi, cresciuto di 10 volte in 10 anni, non inverte il suo trend neppure nel 2011, con una crescita del 4,4%, nonostante una media nazionale in calo del 3,4% per quanto riguarda la produzione di beni di consumo non durevole a livello nazionale. Il prodotto che sembra conseguire o risultati migliori è lo smalto per unghie che nell'ultimo anno vede addirittura quintuplicare le vendite, per un totale vicino ai 9 miliardi di euro. La bellezza è in crescita anche nell'export. Le esportazioni nel 2011 toccano quota 28%, a 2,6 miliardi di euro. Buone notizie anche sul fronte dell' «italianità» del settore. Nonostante la cosmesi sia nell'immaginario spesso associata a grandi multinazionali straniere - anche a causa delle campagne pubblicitarie e dell'uso di testimonial famosi - in realtà ben il 65% del trucco distribuito nel mondo è prodotto in Italia e il comparto industriale cosmetico italiano è composto per il 98% da piccole e medie imprese.
Il settore conta 1.251 imprese attive, dà lavoro a 15mila italiani (che diventano 32mila se si includono anche quelli impiegati nelle attività legate all'indotto), con una media di qualificazione professionale molto elevata: un dipendente su cinque ha laurea o un diploma post laurea. Il potenziale bacino di clienti, d'altronde, è costantemente in crescita.

Oltre alle donne, ci sono infatti i clienti maschi i quali nel 30% dei casi ricorrono al mercato cosmetico. La cura del corpo, insomma, in tempi di crisi non accenna a diminuire. E, come dimostra il rapporto, si preferisce risparmiare su altri prodotti piuttosto che rinunciare a profumi e maquillage.

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