In ambito medico viene definita "epatomegalia". Stiamo parlando del fegato ingrossato, non una patologia bensì una condizione caratterizzata da un aumento di volume di quest'organo. Benché tutti possano esserne interessati, l'epatomegalia è più frequente negli individui con più di 50 anni.
Numerose le cause che vengono suddivise in due grandi gruppi: patologiche e non patologiche. Poiché il fegato svolge funzioni fondamentali per la sopravvivenza, la sintomatologia dell'epatomegalia non deve mai essere sottovalutata. Scopriamo dunque insieme quali sono i campanelli d'allarme.
Il fegato
Il fegato, situato nell'addome appena sotto il diaframma, fisiologicamente pesa 1,4-1,6 chili. Costituito da moltissime cellule epatiche (gli epatociti), è diviso in quattro lobi collegati tra di loro mediante una rete di vasi sanguigni di cui fanno parte i dotti biliari e l'arteria epatica.
Quest'organo produce la bile, un secreto indispensabile per la digestione dei grassi a livello dell'intestino tenue. Inoltre è coinvolto nella regolazione dei livelli di glucosio nel sangue. Infatti immagazzina gli zuccheri in eccesso sotto forma di glicogeno e li rilascia quando il corpo ne ha bisogno. Un'altra funzione non meno importante è il metabolismo di proteine e lipidi.
Le cause del fegato ingrossato
Nella maggior parte dei casi un fegato ingrossato non lavora in maniera corretta. Come già detto, le cause possono essere sia di natura patologica che non patologica. Le prime sono le più frequenti, ma ciò non significa che l'epatomegalia non possa dipendere anche da stili di vita scorretti o da abusi farmacologici.
Cause patologiche
Tra le cause patologiche spesso diagnosticate rientrano:
- La steatosi epatica: chiamata anche "fegato grasso", consiste nella presenza nell'organo di una quantità di trigliceridi superiore al 5%
- Le epatiti: le infiammazioni epatiche responsabili del fegato ingrossato sono soprattutto l'epatite e l'epatite autoimmune
- La cirrosi epatica: patologia cronica caratterizzata dalla sostituzione del tessuto epatico sano con tessuto cicatriziale
- Le malattie autoimmuni: in particolare la colangite sclerosante e la cirrosi biliare primitiva
- I tumori: benigni (emangioma, adenoma) e maligni (carcinoma epatico, leucemie, linfomi)
- L'insufficienza cardiaca congestizia: poiché il cuore non è in grado di pompare la quantità di sangue che serve a soddisfare le esigenze dell'organismo, si verifica un accumulo di liquidi e l'aumento delle dimensioni dell'organo
- Le patologie genetiche: malattia di Wilson, amiloidosi, emocromatosi
- Le infezioni batteriche e fungine: candidosi, aspergillosi, brucellosi, leptospirosi.
Cause non patologiche
Sono quattro le principali cause non patologiche dell'epatomegalia:
- Dieta squilibrata: è rischiosa un'alimentazione ricca di cibi grassi e fritti soprattutto se associata a sedentarietà
- Abuso di alcol: un eccesso di questa sostanza dà origine ad una condizione che può essere molto pericolosa, ovvero la steatosi epatica
- Abuso di farmaci: sotto la lente di ingrandimento il paracetamolo, gli antibiotici e gli antinfiammatori non steroidei
- Esposizione a veleni: sono particolarmente pericolosi il cloroformio e il tetracloruro di carbonio.
I sintomi del fegato ingrossato
Il fegato ingrossato è una condizione subdola poiché, in particolar modo nelle fasi iniziali, è asintomatica. Le stesse manifestazioni possono poi essere confuse con quelle di altre malattie. Quando compaiono i seguenti sintomi ci si deve rivolgere prontamente al medico:
- Disagio o dolore nell'area superiore destra dell'addome
- Algia all'altezza del fianco destro che compare e si acuisce alla palpazione
- Gonfiore addominale
- Difficoltà digestive
- Perdita di peso
- Nausea e vomito
- Prurito diffuso
- Stanchezza
- Ittero.
Abbiamo già detto che l'epatomegalia è una condizione che non deve essere sottovalutata. Nel tempo, infatti, possono insorgere complicazioni anche molto gravi, tra cui la cirrosi, l'insufficienza epatica e il carcinoma epatico.
La diagnosi e la terapia del fegato ingrossato
In presenza di sintomi sospetti lo specialista, dopo aver proceduto alla palpazione dell'addome, richiede l'esecuzione di test diagnosici tra cui l'esame delle urine, gli esami ematici (in particolare emocromo completo, VES, transaminasi), la TAC, l'ecografia e la biopsia epatica. La TAC e la biopsia servono rispettivamente a diagnosticare una possibilie forma tumorale e a comprendere la natura della stessa.
La terapia varia, ovviamente, a seconda delle cause scatenanti. Se queste sono di origine patologica può rivelarsi utile la somministrazione di farmaci specifici. L'intervento è indicato solo in alcuni casi specifici.
Diversamente, se le cause non sono patologiche, sarà necessario correggere lo stile di vita. Dunque evitare gli abusi alcolici ed adottare una dieta a basso contenuto di grassi e zuccheri.Leggi anche:
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