In Italia ne soffrono più di 6 milioni di uomini con più di 50 anni. Per la precisione il 50% di questi ha un'età compresa fra 51 e 60 anni. Il 70%, invece, tra i 61 e i 70 anni. La percentuale sale addirittura al 90% per gli over 80. Stiamo parlando dell'ipertrofia prostatica benigna, una patologia caratterizzata dall'ingrossamento della prostata. A differenza del carcinoma prostatico, questo disturbo è fisiologico poiché è strettamente correlato con l'invecchiamento. Come si manifesta? A quali sintomi è bene prestare attenzione? Scopriamolo insieme.
Cos'è la prostata e a cosa serve
La prostata è una ghiandola a forma di castagna posizionata sotto la vescica e davanti al retto. In condizioni normali ha un diametro longitudinale di soli 30 millimetri.
Una delle principali funzioni è quella di produrre il cosiddetto liquido prostatico, un fluido denso e trasparente che, mescolandosi agli spermatozoi, forma una parte del liquido seminale.
Ricordiamo, inoltre, l'importante attività eiaculatoria della prostata. Essa, infatti, contiene al proprio interno i dotti eiaculatori che, durante l'orgasmo, si contraggono per spingere il liquido seminale nell'uretra.
Le cause dell'ipertrofia prostatica benigna
L'ipertrofia prostatica benigna è una malattia età-dipentende. Abbiamo visto che le diagnosi aumentano in maniera vertiginosa dopo i 60 anni e raggiungono un vero e proprio picco nei soggetti over 80. Non sono ancora note le cause precise del disturbo, tuttavia molti esperti ritengono che l'ingrossamento della ghiandola sia la conseguenza delle alterazioni ormonali che si verificano durante l'andropausa.
Sarebbe, dunque, la presenza più numerosa degli estrogeni a sfavore degli ormoni androgeni a far aumentare le dimensioni della prostata. Non bisogna però dimenticare che l'ipertrofia prostatica benigna è favorita, oltre che dall'età, anche da altri fattori di rischio. Precisamente la familiarità, la sedentarietà e altre patologie concomitanti come il diabete, l'obesità e le malattie cardiovascolari.
I sintomi dell'ipertrofia prostatica benigna
Poiché la prostata ingrossata comprime l'uretra, la sintomatologia si ripercuote soprattutto sul benessere delle vie urinarie. Nella maggior parte dei casi i sintomi si presentano in maniera graduale e sono di tipo irritativo ed ostruttivo. Tra questi figurano:
- L'urgenza minzionale
- L'aumento della frequenza delle minzioni sia diurne che notturne
- La difficoltà nell'iniziare a urinare
- Il senso di incompleto svuotamento vescicale
- La diminuzione della forza del getto urinario.
Altre manifestazioni non minzionali includono: emissione di sangue nel liquido seminale, dolore dopo l'eiaculazione, problemi nell'erezione e nel suo mantenimento.
Diagnosi e trattamento
Talvolta i sintomi dell'ipertrofia prostatica benigna possono essere confusi con quelli di altri disturbi come le infezioni del tratto urinario, le prostatiti e il temuto tumore della prostata. Pertanto una diagnosi precoce è fondamentale.
Essa si basa sull'esecuzione di alcuni test clinici: esame delle urine, dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico), ecografia prostatica e uroflussometria. A questi si aggiunge l'esplorazione digito-rettale della ghiandola da parte dello specialista.
La cura varia a seconda dell'entità delle manifestazioni. I soggetti asintomatici devono essere solo monitorati nel tempo. Quando, invece, il disturbo è fonte di disagi si può intervenire farmacologicamente con la somministrazione di alfa-antagonisti e inibitori della 5-alfa-reduttasi.
Nel momento in cui i medicinali non sortiscono l'effetto sperato, si ricorre alla chirurgia. Le tecniche sono differenti a seconda delle dimensioni della ghiandola.
Tuttavia una conseguenza frequente dell'operazione non è la disfunzione erettile, bensì l'eiaculazione retrograda: il liquido seminale, durante l'eiaculazione, refluisce nella vescica, determinando così infertilità.Leggi anche:
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