
L'ultimo probabile caso di morte a causa della listeria risale allo scorso 3 aprile quando un uomo di 70 anni originario di Trani è deceduto nell'ospedale della vicina città di Bisceglie. Potrebbero essere state le olive in salamoia acquistate sfuse in un supermercato a contenere il batterio che si è poi rivelato fatale. La notizia ha giustamente suscitato preoccupazione. In questo articolo parleremo della listeria, di come si contrae, della sintomatologia che scatena e delle norme di prevenzione.
Cos'è la listeria
La listeria, nome scientifico Listeria monocytogenes, è un batterio gram-positivo che si contraddistingue per la sua resistenza in qualsiasi condizione ambientale. Esso, infatti, sopravvive alle basse temperature e quindi può rimanere per molto tempo in frigoriferi, congelatori e abbattitori. Nemmeno i cibi conservati sotto sale sono sicuri.
La listeria, che fu isolata per la prima volta nel 1926 dal microbiologo australiano Murray, è ubiquitaria. Non a caso la troviamo un po' ovunque: nel suolo, nell'acqua, nei vegetali in decomposizione e persino negli intestini degli animali selvatici o allevati (pollame, bovini, suini, ovini). Ne sono portatrici anche le mosche e le zecche.
Listeria, attenzione a questi cibi
La listeria si trasmette soprattutto con l'assunzione di alimenti infetti o non trattati in maniera corretta. Tra i cibi a rischio rientrano:
- Il pesce crudo: attenzione in particolar modo a trota e salmone
- I latticini non pastorizzati: rappresentano un potenziale pericolo i formaggi a pasta molle come il brie, il gorgonzola e la feta
- La carne cruda o poco cotta: il pollo è uno dei principali veicoli d'infezione. La contaminazione può altresì verificarsi se la carne viene manipolata in ambienti in cui l'igiene è carente
- La frutta e la verdura: il rischio aumenta quando i vegetali sono irrigati con acqua contaminata o se vengono coltivati su suoli infetti
- Salumi e carni lavorate: gli affettati e i wurstel durante il processo di lavorazione possono entrare in contatto con il batterio.
I sintomi della listeriosi
La listeria provoca una tossinfezione alimentare chiamata listeriosi. Le diagnosi iniziarono ad aumentare a partire dal 1980, a dimostrazione del fatto che, con il boom economico, era cresciuto il consumo di alimenti contaminati. Generalmente il periodo di incubazione va da pochi giorni fino a quattro settimane. La durata del disturbo e la sintomatologia variano a seconda della gravità del caso.
Si distingue una forma lieve (listeriosi non invasiva) che si manifesta con nausea, diarrea, vomito, febbre e dolori muscolari. Ben più preoccupante è la listeriosi invasiva che colpisce in maniera più frequente le donne incinte, i soggetti immunodepressi e gli anziani. Essa può provocare meningite e setticemia. In gravidanza non sono rare conseguenze come il parto prematuro e l'aborto spontaneo.
I soggetti di età avanzata e con un sistema immunitario compromesso possono anche accusare confusione mentale, convulsioni, perdita di equilibrio e disorientamento. Nei neonati la listeriosi dà luogo a difficoltà respiratorie, letargia, irritabilità e infezioni sistemiche.
Listeria e prevenzione
Il Ministero della Salute e l'Istituto Superiore di
Sanità hanno fornito un elenco di sei regole di igiene che è fondamentale rispettare per prevenire e ridurre il rischio della tossinfezione alimentare provocata dalla listeria:- Cuocere accuratamente la carne e i prodotti a base di carne cruda
- Scegliere alimenti sicuri ed evitare quelli con una più elevata probabilità di contaminazione
- Pulire bene tutti gli utensili e le superfici della cucina
- Non consumare i prodotti refrigerati oltre la data di scadenza
- Lavare scrupolosamente la frutta e la verdura
- Le donne incinte e gli individui immunodepressi dovrebbero evitare il consumo di formaggi freschi a pasta molle, patè di carne, salumi a breve stagionatura, pesce fresco affumicato.
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