Ha suscitato commozione la notizia della patologia di Giovanni Allevi, il noto compositore, pianista e direttore d'orchestra a cui lo scorso anno è stato diagnosticato il mieloma multiplo. Marzo è il mese dedicato alla sensibilizzazione di questo tumore del sangue, il secondo più diffuso al mondo con 5.700 nuovi casi ogni anno (dati AIOM, I numeri del cancro 2020). Colpisce prevalentemente gli anziani (l'età media è di 69 anni), in particolare uomini. Allevi ha sfatato il mito della malattia quale tabù condividendo sui social pensieri e paure. Ed ora il Maestro supporta anche l'iniziativa "Fermata MM" promossa da Sanofi in occasione del Myeloma Action Month.
Da lunedì 13 a domenica 26 marzo diverse affissioni nelle zone binari, mezzanini, corridoi e sottopassi delle stazioni metropolitane "Duomo" di Milano e "Termini" di Roma, utilizzando la metafora del viaggio in metropolitana, illustreranno le difficoltà di chi si trova a dover fronteggiare il mieloma multiplo. L'obiettivo è di migliorare la conoscenza e aumentare la consapevolezza, richiamando l'attenzione dei tanti viaggiatori che quotidianamente transitano in queste stazioni nevralgiche.
L'artista contribuirà dando spazio sui suoi profili social a "Fermata MM" e con una melodia che verrà utilizzata sulla landing page dedicata (fermatamm.it) raggiungibile anche tramite un QR code presente sulle affissioni. Approfondiamo ora il tema mieloma multiplo, scoprendone insieme cause, sintomi e terapia.
Le cause del mieloma multiplo
Il mieloma multiplo è un tumore del sangue caratterizzato dalla proliferazione e dall'accumulo nel midollo osseo di un clone plasmacellulare anomalo. Quasi sempre la plasmacellula mielomatosa che si genera produce una quantità considerevole di componente monoclonale, un'immunoglobulina che scatena le numerose manifestazioni e complicanze della malattia. Le cause della stessa non sono ancora note del tutto, però esistono fattori di rischio che favoriscono la comparsa del cancro:
- Anomalie genetiche: per la precisione iperdiploidia, delezione totale o parziale del cromosoma 13 e traslocazione su un diverso cromosoma di una porzione del cromosoma 14;
- Età superiore ai 65 anni;
- Sesso maschile;
- Esposizione ad alcuni agenti virali;
- Esposizione a radiazioni ionizzanti;
- Esposizione a sostanze chimiche quali benzene, pesticidi, solventi, asbesto.
I sintomi e la diagnosi del mieloma multiplo
I sintomi principali del mieloma multiplo sono riassunti nell'acronimo inglese CRAB, ovvero "Calcium" (calcio), "Renal failure" (insufficienza renale), "Anemia" e "Bone lesions" (danni ossei). L'algia ossea è presente nel 70% dei pazienti e si localizza soprattutto a livello del bacino, delle costole, della colonna vertebrale, del cranio e del femore. Allo stesso tempo le plasmacellule mielomatose rendono le ossa soggette a fratture e ad osteoporosi.
L'ipercalcemia si manifesta con confusione mentale, nausea, perdita di appetito e costipazione e provoca spesso insufficienza renale. Infine la carenza di globuli rossi tipica dell'anemia dà luogo a debolezza e difficoltà respiratoria. Esistono tuttavia altri sintomi la cui comparsa varia da paziente a paziente:
- Infezioni ricorrenti;
- Sindrome da iperviscosità;
- Disturbi neurologici;
- Trombocitopenia.
Il mieloma multiplo viene diagnosticato mediante analisi del sangue. Tra le più importanti figurano l'esame emocromocitometrico, l'elettroforesi delle proteine sieriche, il tasso di sedimentazione eritrocitaria. Indispensabile l'esecuzione di un agoaspirato midollare.
Il trattamento del mieloma multiplo
Purtroppo il mieloma multiplo attualmente è una malattia curabile ma non guaribile. Nei pazienti di età inferiore a 65 anni il trattamento terapeutico d'elezione consiste nel trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe preceduto da un ciclo chemioterapico di induzione. I soggetti anziani solitamente non tollerano l'autotrapianto. Per loro il protocollo prevede cicli di chemioterapia associati a cortisonici.
La scienza punta a personalizzare sempre più le cure ed oggi si sperimentano con successo le terapie con anticorpi bi-specifici e quelle
CAR-T. Dell'efficacia di queste ultime in pazienti recidivanti e della relativa scoperta ad opera dei ricercatori del Mount Sinai e del Memorial Sloan Kettering Cancer Center abbiamo parlato in questo articolo.
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