Osteoporosi, attenzione all'inquinamento atmosferico

Gli scienziati hanno scoperto che l'esposizione agli ossidi di azoto favorisce la comparsa di danni ossei alla colonna vertebrale delle donne in post-menopausa

Osteoporosi, attenzione all'inquinamento atmosferico

L'osteoporosi è una malattia dello scheletro caratterizzata da ossa fragili e soggette a frattura a causa di un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo e ad una conseguente riduzione della sua massa. Le ossa sono un tessuto vivo in perenne rimodellamento. Esiste dunque un'alternanza fra il riassorbimento osseo, ovvero la distruzione delle componenti cellulari più vecchie, e la deposizione ossea, cioè la deposizione di nuove cellule. Tale equilibrio viene minato dalla vecchiaia quando si assiste ad un maggiore riassorbimento delle ossa e ad una riduzione della densità minerale delle stesse.

L'osteoporosi generalmente colpisce con maggiore frequenza il sesso femminile. Si stima infatti che dopo i 50 anni per una donna su tre il rischio di andare incontro ad una frattura cresce in maniera esponenziale. Esiste un modo per prevenire questa condizione o per ridurre il suo impatto? Un gruppo multidisciplinare di esperti ha inserito l'attività fisica fra le raccomandazioni approvate dalla Royal Osteoporosis Society. Praticare esercizi di resistenza, impatto ed estensione spinale è un vero e proprio toccasana. Ne abbiamo parlato in questo articolo.

Le cause dell'osteoporosi

L'osteoporosi è la conseguenza più lampante dell'invecchiamento. Come già detto, con l'avanzare dell'età il riassorbimento osseo prevale sulla deposizione ossea. Da tempo è stato appurato che la riduzione della massa minerale è più frequente in diversi componenti dello stesso nucleo famigliare e nelle donne. Si suol dire, infatti, che l'osteoporosi è femmina. Nella sua insorgenza sono implicati gli estrogeni. Durante la menopausa cala drasticamente il numero di questi ormoni e viene così meno la loro funzione protettrice nei confronti dello scheletro. Bisogna però ricordare che esistono altri fattori di rischio che predispongono alla comparsa della malattia:

  • L'insufficiente assunzione di calcio con la dieta;
  • La sedentarietà;
  • L'ipertiroidismo;
  • La celiachia;
  • L'anoressia;
  • L'assunzione di farmaci cortisonici, chemioterapici e antiepilettici;
  • L'esposizione a radiazioni ionizzanti;
  • Il fumo di sigaretta;
  • L'abuso di alcol.

I sintomi e la diagnosi dell'osteoporosi

L'osteoporosi non si manifesta con sintomi evidenti. Ci si accorge della sua presenza solo dopo ripetute e dolorose fratture conseguenti a traumi e cadute di lieve entità. Le fratture, che interessano soprattutto le ossa dell'anca, del polso e delle vertebre, quasi mai guariscono in maniera spontanea. Nella maggior parte dei casi, infatti, si deve intervenire con un'operazione chirurgica che può essere complicata dall'età del paziente. Talvolta l'intervento non è risolutivo e la perdita di densità ossea, se si verifica a livello vertebrale, può addirittura provocare una curvatura anomala della colonna.

La tecnica più sicura per diagnosticare l'osteoporosi è la densiometria ossea (DEXA), una procedura che si avvale di uno strumento in grado di valutare la densità minerale mediante due parametri, il "T score" e il "Z score". Lo specialista può prescrivere l'esecuzione di altri test quali l'ultrasonografia ossea quantitativa, la tomografia computerizzata e la tomografia computerizzata quantitativa periferica.

L'osteoporosi e l'inquinamento atmosferico

Secondo gli scienziati della Columbia University Mailman School of Public Health, elevati livelli di inquinamento atmosferico favoriscono la comparsa dell'osteoporosi nelle donne in post menopausa. Lo studio, guidato dal dottor Diddier Prada e dal dottor Andrea Baccarelli, è stato pubblicato su eClinicalMedicine. Precedenti indagini avevano fatto luce sugli effetti avversi di singoli inquinanti sulla densità minerale ossea e sul rischio di fratture negli anziani. Ora i ricercatori hanno voluto approfondire la connessione tra l'air pollution e la fragilità ossea nei soggetti di sesso femminile.

Per far ciò sono stati analizzati i dati dello studio Women's Health Initiative a cui ha partecipato una coorte etnicamente diversificata di 161.808 pazienti in post menopausa. Le esposizioni agli inquinanti atmosferici (PM10, NO, NO2, SO2) sono state stimate in base alla residenza delle donne. Il team ha misurato la densità ossea (tutto il corpo, anca, collo del femore, colonna vertebrale) durante il follow-up del primo, terzo e sesto anno mediante l'assorbimetria a raggi X a doppia energia.

I risultati dello studio

Gli scienziati hanno constatato che l'esposizione agli ossidi di azoto riduce dell'1,22% la densità ossea della colonna vertebrale. Si ritiene che l'inquinante provochi la morte delle cellule ossee attraverso il danno ossidativo e altri meccanismi che non sono ancora noti. Ha affermato Prada: «I nostri risultati confermano che la scarsa qualità dell'aria può essere un fattore di rischio per l'osteoporosi, indipendentemente dai fattori socioeconomici e demografici. Gli ossidi di azoto, in particolare, contribuiscono al danno osseo della colonna vertebrale».

Le principali fonti di ossidi di azoto sono gli scarichi di camion, automobili e degli impianti di generazione di energia elettrica. L'inquinamento atmosferico è un vero e proprio nemico della salute. L'ennesima conferma giunge da uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Bari, dell'Università di Bologna e del Cnr, secondo cui l'air pollution è implicata della comparsa di molte tipologie di cancro. Ne abbiamo parlato in questo articolo.

Ha così concluso Baccarelli: «I miglioramenti nell'esposizione all'inquinamento atmosferico, in particolare all'ossido di

azoto, ridurranno le conseguenze dell'osteoporosi nelle donne in post-menopausa, preverranno le fratture e ridimensioneranno i costi sanitari. Ora sono necessari ulteriori approfondimenti».

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