Fai una di queste professioni? Hai meno rischi di sviluppare l'Alzheimer

Un sorprendente studio americano rivela che sono i conduttori di taxi e di ambulanze i più "refrattari"

Fai una di queste professioni? Hai meno rischi di sviluppare l'Alzheimer
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Anche se può sembrare in apparenza strano, alcune professioni mettono più al riparo i lavoratori dal rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer: questo il risultato di uno studio realizzato da un team di scienziati del Massachusetts General Brigham. Secondo le informazioni raccolte dai ricercatori sarebbero i conduttori di taxi e ambulanze i più "refrattari", e questo presumibilmente per il fatto che le loro mansioni, in cui è prevista la costante la creazione di mappe e percorsi nella mente, stimolano le aree cerebrali in genere oggetto della degenerazione che porta allo sviluppo delle terribile patologia.

Per poter arrivare a una conclusione del genere sono state presi in esame i dati di oltre 9 milioni di lavoratori negli Stati Uniti, incrociandoli con quelli relativi ai tassi di mortalità per Alzheimer desunti da 443 diverse tipologie di mansioni. Una mole di informazioni che ha portato a un risultato inequivocabile, poi pubblicato sul British Medical Journal: chi per lavoro si trova al volante di taxi o ambulanze ha un rischio decisamente più basso di morire a causa della malattia.

Questo risultato straordinario ha spinto il principale autore dello studio Vishal Patel, membro del Dipartimento di Chirurgia del Brigham and Women's Hospital, a ipotizzare che "le medesime aree del cervello coinvolte nella creazione di mappe spaziali cognitive, che in genere noi tutti utilizziamo per orientarci nel mondo che ci circonda, siano coinvolte anche nello sviluppo della patologia".

I dati dimostrano che chi pratica una di queste due professioni ha un tasso di mortalità media per Alzheimer pari all'1%, nettamente inferiore al 3,88% medio per quanto concerne altre mansioni. Verrebbe quindi da chiedersi come mai altri lavori nei quali si conducono mezzi di trasporto non abbiano prodotto gli stessi risultati: ad esempio "gli autisti di autobus (3,11% di mortalità) o i piloti di aerei (4,57%)".

La risposta degli esperti è che in questi lavori c'è meno necessità di elaborare in continuazione percorsi alternativi e quindi di provvedere a creare una costante e ripetuta elaborazione spaziale e di navigazione, essendo i "tracciati" più ripetitivi: le zone interessate dallo sviluppo dell'Alzheimer sarebbero quindi meno stimolate e coinvolte."I nostri risultati evidenziano la possibilità che i cambiamenti neurologici nell'ippocampo o in altre aree del cervello, tra i conducenti di taxi e ambulanze, possano spiegare i tassi più bassi di malattia di Alzheimer", precisa l'autore senior dello studio Anupam Jena, membro del Dipartimento di Medicina del Massachusetts General Hospital.

"Trattandosi di uno studio osservazionale, non possiamo trarre conclusioni definitive sul rapporto causa ed effetto, ma queste scoperte denotano l'importanza di considerare come anche i lavori possano influenzare il rischio di morte per Alzheimer e come alcune attività cognitive possano essere potenzialmente preventive", conclude l'esperto.

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