Alzheimer, decadimento motorio come anticamera di quello mentale, anche una decina di anni prima: lo studio

La MCR, motoric cognitive risk syndrome, può anticipare al suo insorgere lo sviluppo di patologie cognitive con largo anticipo

Alzheimer, decadimento motorio come anticamera di quello mentale, anche una decina di anni prima: lo studio
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Del ruolo della MCI, la mild-cognitive impairment, come prodromo dell'Alzheimer si sa già tanto, ma grazie a uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Albert Einstein College di New York il focus si è spostato su un'altra condizione molto diffusa e insidiosa ritenuta anticamera del decadimento mentale, ovvero la motoric cognitive risk syndrome (MCR).

Questa sindrome da rischio cognitivo-motorio si manifesta con segnali di grande stanchezza, sonnolenza, rallentamento nel muoversi e progressiva perdita di entusiasmo nel fare quelle piccole attività che il paziente amava praticare prima del suo insorgere. La scoperta è da attribuire proprio all'Albert Einstein College di New York, che nel 2014 riuscì a individuarla per la prima volta: oggi, a dieci anni di distanza, si è scoperto che la sua diffusione è superiore rispetto alle attese. I dati di uno studio più recente condotto dagli scienziati dell'Università di Sichuan (Cina) su 187mila volontari in Europa, Gran Bretagna, Stati Uniti d'America, Messico, India e Cina, dimostrerebbe un'incidenza del 9% a livello mondiale: vittime privilegiate dell'MCR sono soprattutto gli ispano-americani, in particolar modo le donne e gli anziani con bassa scolarità e problemi metabolici/cardiovascolari o patologie depressive.

La motoric cognitive risk syndrome si contraddistingue in particolar modo, come si evince dal suo nome, per il decadimento motorio del paziente, a tal punto che si tratta dell'unica condizione pre-Alzheimer individuabile con un esame sulla marcia, effettuato su un tapis roulant: gli specialisti valutano in particolar modo le modalità e i tempi della camminata. A questo test se ne aggiunge un altro realizzato in Corea: i ricercatori, basandosi sui dati rilevati su un milione di over 65, hanno preso in esame la capacità dei pazienti con sospetta MCR di restare in equilibrio su una gamba sola. Ebbene i risultati di positività sono stati doppi in coloro che stavano per sviluppare la sindrome da rischio cognitivo-motorio o si trovavano nelle fasi iniziali

Con quale anticipo si può prevedere questo sviluppo infausto? Secondo un recente studio delle Università di New York e Huzhou (Cina), le difficoltà nella marcia insorgono fino a 12 anni prima della comparsa della MCI, la quale a sua volta è diagnosticata mediamente 15 anni dopo i primi segnali di difficoltà mnemoniche. Ciò significa che le alterazioni della marcia possono diventare preziosissime alleate nella diagnosi ultra precoce dell'Alzheimer. Proprio il decadimento motorio rilevabile nella marcia è di fondamentale importanza, dato che i pazienti non manifestano segnali di demenza o altre difficoltà motorie coi tradizionali esami neurofisiologici.

Ma quali sono invece gli elementi che possono frenare il decadimento? Uno dei primi sembra essere il matrimonio, o comunque la presenza di un legame empatico forte: uno dei principali fattori di rischio della MCR è di certo la solitudine, specie tra gli anziani. Essere single non significa essere soli, dato che anche l'affetto e l'empatia con un/una badante, purtroppo non così frequente, può essere di grande conforto e aiuto nel prevenire l'insorgere di uno degli elementi più tipici alla base dello sviluppo di questa condizione pre-Alzheimer.

In tal senso è possibile capire quale grande ruolo può avere anche il coinvolgimento sociale, anche in occupazioni semplici come andare a fare la spesa, in palestra, a ballare oppure partecipare ad attività stimolanti. Muoversi aiuta a contrastare il timore di cadere, uno dei più diffusi nelle fasi di esordio della MCR anche a livello inconscio.

Esiste qualche modo di rallentare o contrastare questa condizione? Sulla base di uno studio realizzato nel 2022 dall'Università di Angers (Francia), i benefici maggiori nella prevenzione si apprezzano con l'inserimento di vitamina D in quantità più consistenti: si favorisce così la regolazione del metabolismo osseo e al contempo del sistema nervoso e muscolare.

Una sua carenza, al contrario, si associa di frequente al decadimento motorio e mentale, nello specifico quello mnemonico: l'ipovitaminosi D è stata chiaramente individuata in pazienti soggetti a MCR dagli scienziati dell'Albert Einstein College di New York.

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