Si tratta di un disturbo molto pericoloso in quanto in grado di comportare delle conseguenze gravissime per i pazienti che ne sono affetti, centinaia di milioni di persone in tutto il mondo: è l'ipertensione, che si contraddistingue per l'appunto dall'eccessiva pressione del sangue nelle arterie determinata da uno squilibrio tra la quantità di sangue immessa dal cuore e la capacità dei vasi sanguigni di agevolarne il flusso.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità rivela che circa un adulto su tre soffre di questa condizione, e che addirittura quattro pazienti su cinque non vengono trattati in modo adeguato. Come detto si tratta di un fattore di rischio molto elevato che può causare ictus, infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, aneurisma aortico e malattia arteriosa periferica: è sufficiente un innalzamento non eccessivo della pressione del sangue a portare problemi, tanto che statisticamente si riducono le aspettative di vita per chi ne è affetto. Così tanto che l'ipertensione è stata ribattezzata "il killer silenzioso": ovvio che dinanzi ai pericoli da essa derivanti per i pazienti il primo scopo delle terapie sia quello di abbassarla.
A dare un prezioso contributo in tal senso, almeno secondo uno studio di recente pubblicato sul Journal of the Endocrine Society, sarebbe la vitamina D, la cui assunzione contribuirebbe ad abbassare la pressione arteriosa, con benefici immediati in particolar modo per gli anziani in condizione di obesità, vale a dire i soggetti più a rischio di morte. Si tratta di una ricerca ancora da approfondire, ma che avrebbe fornito già indicazioni estremamente interessanti. I ricercatori ritengono di poter affermare, sulla base di questi primi risultati, che un apporto di vitamina D e Calcio sarebbe in grado di migliorare la salute del nostro cuore.
Nello studio mancano alcuni importanti riscontri per poter parlare di un dato acquisito, ed è questo il motivo per cui alcuni scienziati hanno preso la notizia con le molle."L'assenza di un gruppo placebo rende difficile determinare se la riduzione della pressione sanguigna osservata nei pazienti sia effettivamente causata dagli integratori di vitamina D", spiega infatti la docente di medicina presso la Harvard Medical School Joann Manson. Manca, in sostanza, il riscontro di quel gruppo di volontari a cui non viene somministrato l'integratore, pur essendo essi convinti di assumerlo come tutti gli altri partecipanti. Risulta, tuttavia, innegabile il fatto che i pazienti obesi affetti da ipertensione hanno tratto evidenti benefici, ed è di certo questo un aspetto di fondamentale importanza per proseguire con gli studi.
Ma come si assume la vitamina D? Il modo principale è l'esposizione alla luce del sole: partendo da questo presupposto si può capire perché una sua carenza nel nostro organismo è stata associata all'ipertensione in uno studio del 2022. Le persone affette da ipertensione, infatti, tendono a muoversi di meno rispetto ai normopeso, e di conseguenza trascorrono meno tempo all'aria aperta limitando l'esposizione ai raggi solari.
Per quanto concerne l'alimentazione, invece, un'ottima fonte di vitamina D sono i formaggi, le uova, il fegato di bovino e di selvaggina e i pesci
come le trote e i salmoni. Esistono anche degli integratori, ma la loro assunzione deve avvenire sotto controllo medico a causa di una serie di effetti collaterali, tra cui confusione mentale, dissenteria o stipsi e vomito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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