Bergamo - Rimandato a settembre? No, a Ponteranica, piccolo comune alle porte di Bergamo, hanno proprio deciso di bocciarlo, Mameli. La celebre stroncatura arriva dai leghisti: l'inno non può entrare nelle scuole primarie e secondarie. La motivazione è laconica: non ci sentiamo italiani. A Ponteranica la notizia non fa notizia lo scorso anno, infatti, il paese fu già al centro di una dura polemica per la decisione di cambiare nome alla biblioteca che era intitolata a Peppino Impastato.
La proposta del consigliere del Pdl E' tutta colpa di Luca Oriani, si fa per dire. Il trentasettenne consigliere comunale della minoranza Pdl aveva presentato una mozione (seguendo l’invito della segreteria nazionale del partito) per chiedere l'affissione del testo di Mameli negli istituti scolastici primari e secondari di primo grado, con lo scopo di "promuovere tra gli studenti la conoscenza del loro inno nazionale, con la speranza di poter consolidare il sentimento di coesione e appartenenza ad una stessa Patria che dovrebbe accumunare tutti i cittadini". Una nobile idea che, però, non ai leghisti non è andata giù. "La mia non voleva essere una provocazione - precisa Oriani -, avevo anche allegato alla mia mozione una breve ricerca storica in cui spiegavo lo spirito Risorgimentale dell'Inno. Certo, la risposta del vicesindaco non mi ha stupito."
Purtroppo sono italiano La proposta infatti è stata immediatamente bocciata dal vicesindaco Giuseppe Minetti che ha tagliato corto citando una celebre strofa di Giorgio Gaber (rivisitata in salsa verde): "Io non mi sento italiano anche se purtroppo lo sono". Una risposta che ha scatenato una vivace polemica tra i consiglieri e con il pubblico presente. E alla fine la proposta è stata bocciata.
E la sinistra? "Si è astenuta. Per una questione di principio non approverebbero mai una mozione del Pdl, anche se riguarda l'Inno nazionale". Alla fine ci ha rimesso Mameli, chissà che non si presenti il prossimo settembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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