Berlino vieta vendite allo scoperto: l'euro crolla

Giornata pesante la seduta delle Borse Ue. Pesano il calo dei prezzi delle scorte e la debolezza dell'euro. La Germania introduce una tassazione sulle transazioni finanziarie e i primi divieti di vendite allo scoperto. Consob: "In Italia nessuna restrizione"

Berlino vieta vendite allo scoperto: l'euro crolla

Berlino - Proseguono in negativo le principali Borse europee dopo la mossa della Bafin, la Consob tedesca, che ieri sera ha deciso un bando parziale al naked short selling (vendita allo scoperto di un titolo senza prima prenderlo in prestito) di alcune azioni, in vigore da subito e fino al prossimo marzo. Una mossa che non è piaciuta per niente alle principali piazze europee che stanno precipitando. Molto male piazza Affari che ora cede oltre il 4%.

Merkel: "Se fallisce l'euro, fallisce l'Europa" Parlando davanti ai deputati al Bundestag Angela Merkel ha stabilito un nesso indissolubile tra il futuro dell’Europa e le sorti dell’euro. Il cancelliere tedesco ha dichiarato stamane che l’Europa si trova di fronte a un test "esistenziale" per superare la crisi dell’euro. "Si tratta di un dovere storico: se l’euro fallirà, sarà l’Europa stessa a fallire". Il parlamento tedesco è chiamato ad esaminare in prima lettura il pacchetto di aiuti da 750 miliardi di euro per i paesi dell’Eurozona, cui la Germania parteciperà con una quota di crediti da 123 miliardi. "L’euro è in pericolo", ha aggiunto Merkel nella sua appassionata arringa. Se questo pericolo non viene schivato, le conseguenze per l’Europa saranno imprevedibili. "Ne va - ha concluso il cancelliere tedesco - della preservazione e della conferma dell’idea europea".

Borse in picchiata Tornano ribassi generalizzati nelle Borse mondiali, in Europa si registrano cali superiori al 2 e al 3% che oggi trovano nuovi spunti nella decisione della Germania di mettere al bando alcune operazioni speculative, le vendite al ribasso e allo scopero su diversi titoli pubblici e privati, mossa a cui diversi osservatori danno una chiave di lettura allarmistica. Tuttavia i cali erano ripartiti già ieri a Wall Street, prima che Berlino facesse il suo annuncio, poi la decisione ha accentuato le flessioni, così come ha ulteriormente indebolito l’euro, finito fin sotto quota 1,22 dollari di nuovo ai minimi da quattro anni a questa parte. Londra cala del 2,22%, Parigi de 2,51%, Francoforte del 2,36%. A Wall Street i contratti futures sull’indice Dow Jones sono in calo dello 0,57%. Nel frattempo l’euro, dopo esser calato fino a 1,2144 dollari tenta una stabilizzazione vicino a 1,22, ma il quadro resta volatile.

Milano va a picco Peggiora dopo un’apertura già negativa la Borsa di Milano con gli indici che, a poco più di un’ora dall’avvio delle contrattazioni, arrivano a perdere oltre il 4%. Piazza Affari, tra le peggiori in Europa, è appesantita dal comparto finanziario, che vede ribassi di oltre il 4%. I listini, dopo la chiusura in forte rialzo di ieri mentre Wall Street terminava in territorio negativo, risentono di una nuova ondata di nervosismo con i nuovi allarmi sull’Euro e la stretta sulle vendite allo scoperto sancita dalla Germania. A Milano ne risentono soprattutto le banche, con Intesa Sanpaolo che cede il 5,21% e Unicredit il 4,59%; giù anche Banco Popolare (-3,13%), Mediobanca (-3%) e, nel risparmio gestito, Azimut (-4,69%). Stesso destino per gli assicurativi, con Generali -3,42% e Fonsai -3%. Male anche il settore energetico, mentre il petrolio si è spinto ai nuovi minimi dell’anno: Eni è in calo del 2,84%, Saipem -4,18%, Tenaris -3,72%, Enel -3,17%. Scivola anche Fiat (-3,09%) con la controllante Exor (-2,84%) e Pirelli (-2,77%).

Pesanti i cementi, ieri in grande spolvero (Italcementi -4,14%, Buzzi -3,81%), e le costruzioni (Impregilo -4,48%). In rosso Telecom Italia (-3,54%), giù il lusso (Bulgari -2,24%, Geox -4,45%) e gli editoriali (Mediaset -1,46%). Sul paniere principale tiene solo Atlantia, che lima lo 0,06%.

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