Roma - La difesa è di quelle autorevole. Per Guido Bertolaso si spende direttamente il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. "Che ci sia una categoria, a spese del contribuente, che perseguita il primo contribuente e il principe della Protezione civile con processi che risultano infondati, è un male dell’Italia" ha detto il premier, alla presentazione del libro di Bruno Vespa. Per il Cavaliere c’è uno "sport nazionale" che è quello di andare "a deprimere chi opera per il bene del Paese". Berlusconi ha quindi spiegato di aver annunciato per telefono a Bertolaso il no alle dimissioni e che lui non gli è parso intenzionato a ripresentarle. "Ho sentito per telefono Bertolaso per comunicargli che il consiglio dei ministri aveva respinto le dimissioni che lui, con grande generosità, aveva tributato. Gli ho riferito dell’applauso del cdm e lui mi è parso voler continuare".
"Perseguitato da dipendenti pubblici" "Non si può governare attaccati da pubblici dipendenti quali sono i giudici". Berlusconi spiega così, riferendosi ai magistrati, che "rispondere all’uso politico della giustizia con un uso democratico del voto popolare è legittimo e assolutamente doveroso". Le leggi a riguardo del funzionamento della giustizia in discussione in parlamento sono la risposta "non a processi, ma a vere e proprie aggressioni giudiziarie. Posso giurare che nessuno dei fatti a me attribuiti corrisponde al vero. Io ho subito delle aggressioni giudiziarie, non ho dei problemi giudiziari". Poi sulle ultime rivelazioni di Ciancimino si lascia andare a una battuta: "Non state dietro a cose che nulla hanno a che fare con la realtà. Ormai, in questo Paese, siamo alla giustizia spiritica... Con qualcuno che riferisce parole di qualcuno che è morto da diversi anni".
Riforma della giustizia Berlusconi si dice fermamente intenzionato a concludere le riforme elaborate dal centrodestra in materia di giustizia entro la legislatura, ivi inclusa quella del processo breve. A dirlo è lo stesso premier nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa, nel corso della quale ha detto che il fatto che il processo breve non sia ancora all’ordine del giorno, nella commissione competente alla Camera, è "qualcosa che cambierà" perché bisogna abbreviare i tempi dei processi. E il premier apre sul ddl Valentino: "Sono d’accordo sul fatto che si debba cambiare la legge" che regolamenta l’utilizzo dei pentiti.
"Il senatore Valentino - ha aggiunto - ha presentato questo tipo di riforma però senza preparare il terreno: è invece convincimento del governo e quindi dei ministri Alfano e Maroni, che questa riforma debba essere inserita nell’ambito della completa riforma della giustizia". Nel sostenere questa tesi Berlusconi ha aggiunto: "Le dichiarazioni, non importa se di uno o più pentiti, devono avere riscontro nella realtà dei fatti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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