Blitz del governo sulle Regioni «Mano libera sui tagli selvaggi»

Marianna Bartoccelli

da Roma

Il vero oggetto del contendere è stato ieri l’art. 53 della Finanziaria. Per la Cdl infatti l’articolo che taglia le spese per i ministeri e dà discrezionalità al governo sulle variazioni dei capitoli di bilancio costituisce un vero esproprio del Parlamento. «È un fatto gravissimo - ha attaccato in commissione bilancio Gaspare Giudice di Fi - non perché difendo una parte. Ma questo articolo offende l’intero Parlamento e dimostra come tra governo e Camera ci sia ormai un rapporto degenerato». E in conferenza stampa, presenti i capigruppo in commissione bilancio, la Cdl ha chiesto lo stralcio dell'articolo e affermato che l'emendamento presentato oggi dall'esecutivo è, secondo Antonio Leone (Fi) «provocatorio e peggiorativo».
Spiega la gravità di questa norma Giorgio La Malfa: «Si tratta di un provvedimento discriminatorio. Significa che il governo decide di tagliare i fondi a certe Regioni per un motivo, ad altre per un altro. Senza che la decisione passi dal controllo parlamentare. È un fatto talmente grave che andrà risolto sul piano politico». Ancora più duro Bruno Tabacci dell’Udc, che parla di seduta «kafkiana» e stigmatizza le continue modifiche proposte dal governo alla manovra: «Ogni ora c'è una Finanziaria nuova. Il lavoro parlamentare non può essere svilito. C’è un limite al peggio e così si andrà dritti a un voto di fiducia con una maggioranza divisa al suo interno». Oltre all’impasse sull’art. 53, che spacca anche la maggioranza, la critica alla Finanziaria da parte della Cdl è a 360 gradi. «Scopriamo che Visco - sottolinea l’ex ministro di An, Altero Matteoli - ritenuto il principale sostenitore della teoria «più tasse per tutti» rischia di essere battuto dalla stessa Unione. La maggioranza deve tornare a casa al più presto».
Per Simone Baldelli di Fi, questa Finanziaria è come la festa di Halloween: «Nessuno la vuole davvero e tutti capiscono che è solo un’operazione per mungere soldi alla gente». Negli attacchi alla Finanziaria vengono individuati anche i punti specifici. Per Mario Baldassarri di An, nel discorso del governatore Mario Draghi è evidente la bocciatura «della bufala del Tfr all’Inps». Per Gianluca Pini della Lega, «dopo le elezioni dalla sinistra sono sparite le bandiere della pace», e mette in evidenza come «il governo non ha il minimo imbarazzo a fare lievitare, senza alcuna pianificazione, i costi della difesa». Manovra sbagliata anche per il turismo: «Gli effetti depressivi della Finanziaria si fanno sentire - accusa Osvaldo Napoli di Fi - e colpiscono il settore che più di altri registra gli umori e le attese dei cittadini». Accusa durissima arriva anche da Totò Cuffaro, il governatore siciliano della Cdl, che accusa la Finanziaria di attuare una vera e propria stangata da 1,1 miliardi alla Sicilia e lancia un appello a tutti i parlamentari siciliani, di destra e sinistra, a intervenire per bloccare questa «tendenza punitiva» nei confronti della Sicilia. E Maurizio Gasparri individua nel nodo pensione il principale ostacolo per il governo Prodi, che «non riuscirà ad avviare la fase 2 e tantomeno a finire la fase 1». «Troppo debole anche per cadere», ironizza l’ex ministro Tremonti, per il quale «Prodi fa sempre sedute spiritiche. Si metta a tavolino e chieda quanto durerà il governo».
La Cdl si prepara intanto alla manifestazione del 2 dicembre contro «una Finanziaria che mette in ginocchio l’economia e lo sviluppo del paese». Nell’annunziare che anche la Dc sarà presente, il suo leader Gianfranco Rotondi attacca il governo che «continua a navigare a vista e fra poco si arenerà».
La manifestazione di piazza anti Prodi vede il no di Casini, mentre Giovanardi dello stesso partito rassicura Berlusconi che ci saranno molti dell’Udc. Critiche a Casini da parte di Gianfranco Fini che si dice sicuro che il governo Prodi «cadrà da solo e non per la nostra manifestazione del 2 dicembre». Per il leader di An, manifestare è comunque doveroso perché «tutti gli italiani protestano contro le norme ingiuste della Finanziaria».

Ed a proposito delle parole del premier Prodi che parla «di controinformazione sulla manovra della Cdl», Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, replica:«Ma quale campagna di controinformazione? Gli italiani non credono a Prodi perché ha tradito le promesse elettorali. La vera controinformazione arriva da sinistra».

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