Bombardamenti in Mali, Hollande: "La guerra non è vinta"

Raid aerei a nord di Kidal e nella regione di Tessalit per colpire i depositi logistici e i centri di addestramento

Il president Francois Hollande incontra Diancounda Traore
Il president Francois Hollande incontra Diancounda Traore

"Il terrorismo è stato respinto, ma la guerra non è ancora vinta", ha fatto sapere il presidente Francois Hollande, che ieri è stato accolto in Mali da liberatore, in quella che lui stesso ha definito "la giornata più importante" della sua carriera politica. La Francia rimarrà, quindi, in Mali per "il tempo necessario", almeno fino a quando i militari africani della Missione internazionale di sostegno (Misma) non prenderanno il testimone. Proprio per questo, la Francia ha effettuato "importanti bombardamenti aerei" a nord di Kidal.

"Importanti bombardamenti aerei dell’aeronautica militare francese sono stati effettuati la scorsa notte nel nord del Mali, nelle zone vicine alla frontiera con l’Algeria", ha detto all’agenzia France Presse il colonnello Thierry Burkhard, portavoce dello Stato maggiore francese, qualche ora dopo la visita di Hollande a Timbuctu e Bamako. I raid aerei a nord di Kidal e nella regione di Tessalit avevano come obiettivo i depositi logistici e i centri di addestramento degli integralisti islamici. Dall’11 gennaio l'offensiva militare francese va avanti senza sosta. "Il nostro lavoro non è ancora completamente terminato. Ci vorrà ancora qualche settimana, ma il nostro obiettivo è cedere il testimone", ha spiegato ieri Hollande intervenendo a Timbuctu, dove ha visitato l’antica moschea e il centro culturale dove vengono custoditi gli antichi manoscritti, che i fondamentalisti volevano dare alle fiamme. "Non abbiamo la vocazione di restare: i nostri amici africani potranno fare il nostro stesso lavoro", ha aggiunto il presidente francese auspicando che il resto delle forze africane si dispieghi presto nel Paese, in modo da raggiungere 6mila uomini in sostituzione dei francesi.

Il presidente ad interim Dioncounda Traore ha ringraziato i militari di Parigi per la loro "efficacia" e "professionalita".

Un lavoro, ha spiegato, che ha consentito di liberare il nord del Mali, in preda da nove mesi "alla barbarie e all’oscurantismo" degli integralisti. Questi ultimi si sono ora rifugiati nell’estremo nord del Paese e la Francia ha promesso che rimarrà al fianco di Bamako per "finire l’operazione".

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