Boni-Caravaggio illuminato dai chiaroscuri di Storaro

Anteprima agli Screenings di Raitrade della serie in preparazione per Raiuno

nostro inviato a Cagliari

Demoni, ossessioni, incubi. Una luce abbagliante, senza gli amati chiaroscuri. Delirio, convulsioni. Parte dalla fine il racconto della vita di Caravaggio, dalle ultime ore prima della morte trascorse su una barca che avrebbe dovuto raggiungere Roma. Con l’espediente del flashback, Alessio Boni-Michelangelo Merisi, si appresta a ripercorre con la mente febbricitante un’esistenza turbolenta fatta di arte, passioni, amore e violenza. E già dai primi fotogrammi si intuisce che questa miniserie in due puntate realizzata dalla Rai e diretta da Angelo Longoni, non fa parte di quella lunga sequenza di fiction rabberciate viste sul piccolo schermo. La fotografia, diretta dal tre volte premio Oscar Vittorio Storaro, da sola vale le tre ore e venti che servono per seguire la parabola da artista maledetto del grande pittore rinascimentale. In onda in autunno su Raiuno, se ne è potuta gustare una parte in anteprima durante gli Screenings di Raitrade che si sono svolti nei giorni scorsi al Forte Village a Santa Margherita di Pula a Cagliari, dove 200 compratori hanno visionato i prodotti della Tv di Stato e una televisione del Giappone si è subito aggiudicata i diritti della fiction sul grande pittore.
La miniserie, che avrà anche una versione cinematografica, è supportata da una buona interpretazione di Alessio Boni nella parte principale di Michelangelo Merisi. Con una sceneggiatura curata da James Carrington e Andrea Purgatori, e le musiche di Luis Bacalov, colpisce soprattutto per la fotografia di Storaro che riproduce sulla scena la maniacale ricerca dell’effetto della luce che sta alla base dello stile di Caravaggio. Basta citare la scena in cui, finalmente, a Michelangelo, accolto nella dimora dal cardinale Del Monte (Jordi Mollà) grazie alla protezione di Costanza Colonna (Elena Sofia Ricci), viene concesso un vero studio in cui esercitare la sua grandiosa arte: lui corre come un pazzo da una finestra all’altra aprendo e chiudendo le imposte e giocando con i chiaroscuri, immaginando già come riprodurli sulla tela.
Sfiorando il tema dell’omosessualità (con le insistite carezze dell’amico Mario Minniti, interpretato da Paolo Briguglia, suo modello preferito), il film ripercorre le gesta del pittore fin dall’infanzia. E, dunque, la morte del nonno e del padre, la decisione della madre di mandarlo via da Caravaggio (in realtà nacque a Milano), per farlo studiare nella bottega di un pittore milanese. E, ancora, la morte della madre e il trasferimento a Roma, dove dopo un periodo di stenti, riesce a trovare l’appoggio di potenti e a far conoscere la sua arte votata al naturalismo. E, lo scandalo, con quelle sante con il volto delle prostitute che frequenta nei bordelli oppure quei ritratti di ragazzi seducenti colti dalla strada o dalle osterie. E, scorrendo ancora la sua vita, l’omicidio di Ranuccio Tomassoni, il protettore dell’amata prostituta Fillide (Claire Keim), la fuga a Napoli. E, ancora, il soggiorno a Malta e in Sicilia, fino al rientro a Napoli e all’ultimo viaggio verso Roma, dove doveva ottenere il perdono papale: non ci arrivò mai colpito dalle febbri malariche e morto a Porto Ercole il 18 luglio 1610 sul lido desolato dove venne seppellito.


Realizzato da Rai Fiction in collaborazione con la Titania di Ida di Benedetto, e in coproduzione con l’Istituto del cinema catalano, Eos Enterteinment e Gmt Productions, è stato girato tra Siracusa, Roma e Belgrado dove lo scenografo Giantito Burchiellaro ha ricostruito i vicoli e le osterie della Roma tra ’500 e ’600. Un’interpretazione che ha colpito al cuore Alessio Boni che, con il grande pittore, ha la terra di nascita in comune, la Bassa Bergamasca: Boni è di Sarnico, a pochi chilometri da Caravaggio.

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