Angelini e Recordati trattano. Ma il mercato non crede ancora al maxi-polo della farmaceutica

I movimenti scarsi sul titolo in Borsa lasciano pensare che, ammesso che una trattativa entri mai nel vivo, gli investitori non credono sia possibile arrivare a un accordo tra i due gruppi

Angelini e Recordati trattano. Ma il mercato non crede ancora al maxi-polo della farmaceutica
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La nascita di un maxi-polo farmaceutico da 3,3 miliardi di fatturato. Questo sarebbe l’unione tra Angelini e Recordati, due importanti realtà italiane che secondo le indiscrezioni di Bloomberg starebbero trattando per celebrare le nozze. Una notizia ripresa anche da importanti organi di stampa che al momento, tuttavia, non è stata giudicata credibile dal mercato: il titolo di Recordati, infatti, sta perdendo lo 0,50% a 51,45 euro a un paio d’ore dalla chiusura delle contrattazioni.

Interpellata dalle agenzie, Angelini Industries - in merito a un presunto interessamento del gruppo farmaceutico ad aggregarsi con Recordati – ha risposto così: “Non commentiamo i rumors di stampa relativi a un ipotetico deal. Siamo comunque sempre attenti a valutare tutte le opportunità offerte dal mercato”.

Il gruppo Angelini potrebbe conferire Angelini Pharma (il produttore di Tachipirina e Amuchina) al perimetro di Recordati. Mentre gli advisor starebbero lavorando a raccogliere almeno 2 miliardi di euro per rilevare un corposo pacchetto di azioni da Cvc. Il fondo, infatti, ha in mano il 51,8% di Recordati. I britannici, infatti, starebbero studiando da qualche tempo un modo per uscire dall’azienda e avrebbero individuato come possibile sbocco la cessione della quota ad Angelini. Le negoziazioni – riferisce Bloomberg - sarebbero all’inizio, aggiungendo che non ci sarebbe accordo su valutazione e strategia per cui un matrimonio è quanto meno lontano.

Sulle indiscrezioni, che al momento rimangono tali, nel corso della mattinata si sono espressi vari analisti: Per Equita, è “ragionevole” che dopo 6 anni un fondo di private equity cerchi una way-out parziale o totale ma non sembra, dicono, “che ci sia un acquirente dell’intera partecipazione con conseguente opa” ma che, in caso, Cvc mantenga una quota rilevante. Per gli analisti di Intermonte, invece, “il coinvolgimento di Angelini rappresenta una possibilità concreta, considerando la buona complementarità tra le due realtà.

La combinazione porterebbe alla creazione di un grande gruppo farmaceutico italiano con un fatturato complessivo di 3,3 miliardi e 7.500 dipendenti”.

Al momento, però, i movimenti scarsi sul titolo lasciano pensare che, ammesso che una trattativa entri mai nel vivo, il mercato non creda ancora sia possibile arrivare a un accordo tra i due gruppi.

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