Mentre lo spread, pur lentamente, continua a crescere, gli italiani non se ne curano e corrono a comprarsi i titoli di Stato. L'asta dei Btp Valore, conclusa ieri dopo una settimana di sottoscrizioni, si è chiusa con richieste per 17,2 miliardi di euro. A poche lunghezze dai 18,14 miliardi raccolti nel giugno scorso. Un risultato nella fascia alta delle aspettative del governo proprio perché, a differenza di tre mesi fa, oggi la situazione del mercato è molto diversa: i rendimenti dei titoli sono in tensione, i prezzi in calo, e lo spread tra quelli italiani e i tedeschi è tornato ad allargarsi. E questo perché, da settembre in poi, le scadenze della manovra di bilancio e della scrittura del nuovo Patto di Stabilità, hanno iniziato a esercitare forti pressioni sul nostro Paese.
Con lo spauracchio di un downgrading delle agenzie di rating (il 20 ottobre tocca a Standard & Poor's, il 10 novembre a Fitch e il 17 a Moody's). Eppure, a dispetto di queste condizioni, il grande pubblico dei risparmiatori italiani ha risposto all'asta del Btp Valore - pensata proprio per loro - con entusiasmo, versando nelle casse del Tesoro 17 miliardi in 5 giorni. Il tutto a fronte di un rendimento medio che sui 5 anni della durata del titolo sarà (per chi lo conserva fino alla scadenza) del 4,36%, con cedole trimestrali crescenti. Per il governo è stato un risultato che ha premiato anche la strategia seguita fin qui: sia dal lato della comunicazione, con l'ottimo gioco di squadra tra Palazzo Chigi e Mef; sia da quello della strategia di lungo periodo, mirata ad aumentare la quota di debito pubblico detenuta in casa (cresciuta dall'8 al 12%) rispetto a quella nei portafogli degli investitori stranieri (calata di conseguenza). Così da rendere il nostro debito meno soggetto al ricatto dei mercati finanziari. Ed è esattamente quanto si è visto ieri, con i nostri Btp - quelli quotati sul mercato - soffrire le pene dell'inferno di fronte a un movimento di rialzo dei rendimenti che ha portato i decennali oltre il 5%, divaricando anche lo spread con i Bund tedeschi, arrivato fino a 207,7 punti per poi chiudere a 203. Un livello che corrisponde ai massimi di quest'anno, pur restando inferiore ai livelli toccati anche con il governo Draghi.
Il movimento di ieri è stato causato in parte dai dati sulla buona occupazione americana, che rischia di generare nuove strette monetarie, ma in parte dal trend in atto ormai da settimane, che in presenza di vendite sui mercati obbligazionari tende a penalizzare i Btp a causa del cosiddetto «rischio Paese», per il quale gli investitori stranieri chiedono rendimenti relativi in continuo aumento.
Davanti a tali fenomeni è intervenuta la stessa premier, Giorgia Meloni, dal vertice Ue di Granada, che a specifica domanda, sul rally dei rendimenti, ha risposto: «Non sono preoccupata» da come si muove il rendimento dei titoli di Stato: «Trovo che l'Italia abbia un'economia molto solida e che la serietà che il governo sta dimostrando nello spendere le risorse che ha, facendo leva sulla crescita economica, venga compresa bene da tutti». Un'attribuzione di fiducia ai risparmiatori che, a valle dell'operazione Btp Valore, è confermata dai fatti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.