Stiamo assistendo, in questi giorni a quello che definisco il gioco perverso delle trimestrali.
Le "big americane" stanno scompaginando il mercato con risultati altalenanti.
Abbiamo assistito ad un +13% di Tesla, abbiamo collezionato un -10% di Meta, tanto per citare due delle aziende a maggior capitalizzazione dell'indice Usa. Ma cosa impara chi decide di star fuori perchè impaurito dal -10% di Meta o chi decide di entrare dopo aver visto il +13% di Tesla?
Che i mercati finanziari sono come il tappeto verde di un casinò, dove se sai puntare sul numero vincente potrai avere margini di guadagno straordinari, ma se sbagli rischi di perdere tutto. Non spiega, tutto ciò, cosa sia davvero un investimento azionario. Non spiega che comperare un azione di una società vuol dire diventare socio e aspettarsi che quella impresa, in quello specifico settore di mercato, cresca nel tempo, e quindi cresca anche quella piccola parte di società che tu hai comperato. Moltissimi di quelli che hanno puntato su Tesla o Meta, sanno il perchè di quei risultati?
Finanza ed economia reale così si allontanano sempre di più.
Una volta investire in borsa era un percorso di competenza, di analisi di bilanci e di cassettisti. Oggi si compra e si vende ad alta velocità. Compriamo azioni di aziende di cui non sappiamo nulla, di mercati di cui non sappiamo nulla e lo facciamo con velocità tali che l'unico vantaggio è quello di pagare commissioni a go-go.
Così, come al casinò l'unico che vince sempre è il banco, anche in borsa gli unici a vincere sempre e tanto sono i gestori delle piattaforme cui non importa l'esito delle vostre transazioni. Per loro l'unica cosa che conta è che voi ne facciate sempre di più.
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