Una tempesta perfetta: così potremmo definire la situazione che si è creata in questi giorni sul titolo Mfe-Mediaset. Ieri, seconda giornata negativa per la versione B dell'azione (quella più rappresentativa con dieci diritti di voto per ciascun titolo), la perdita ha toccato il 3,4% a 2,54 euro, risalendo di qualche frazione rispetto al minimo di giornata a quota 2,46. Insieme al calo del giorno prima, il rosso si avvicina all'10%: in euro, stiamo parlando di un totale di circa 100 milioni bruciati su 1,2 miliardi di capitalizzazione. Effetto-Giambruno? Lo scrive solo chi di Borsa capisce ben poco. Certo, il terremoto televisivo provocato dai fuorionda di «Striscia la notizia» ha pesato emotivamente, ma la speculazione che ha cavalcato lo strappo ha semplicemente amplificato uno scivolone che in parte era nelle cose, provocato dalla particolare condizione in cui si è venuta a trovare lunedì la holding del gruppo Berlusconi e da un clima generale di prudenza sull'economia.
Report di primarie case di brokeraggio spiegano che il primo fattore negativo che ha inciso sul titolo è l'accorpamento delle azioni (diventate una ogni cinque), manovra in calendario da settimane che ha debuttato proprio lunedì e che ha finalità di efficienza operativa - serve per ridurre il flottante del titolo - pur essendo spesso causa di vendite di aggiustamento all'interno dei portafogli (si ricordano i casi D'Amico, Saipem, Montepaschi). Ma in Piazza Affari si guarda anche ai report degli analisti in vista dei conti del terzo trimestre, che il gruppo diffonderà il 23 novembre. Ebbene, proprio il periodo estivo che abbiamo alle spalle è da sempre considerato il più debole dell'anno, con frenate nella raccolta pubblicitaria (Mediobanca stima una riduzione dei ricavi pari all'1%) che possono temporaneamente incidere sull'attivo e sul risultato finale.
Posto che gli obiettivi di crescita a fine anno verranno probabilmente aggiornati in relazione alla situazione geopolitica che sta condizionando le economie di tutta Europa, il terzo fattore che ha inciso sulla quotazione del titolo si chiama ProSieben, la tv tedesca di cui Mfe-Mediaset controlla poco meno del 30%. Ebbene, poiché i conti di ProSieben non sono proprio floridi (debito elevato e complessità eccessiva di alcuni settori operativi), il fatto di doverla consolidare nel bilancio di fine anno del Biscione rende meno brillanti i risultati della holding di controllo. Basti ricordare che il titolo delle tv tedesca perde il 40% da inizio anno. Di qui un segnale di prudenza che gli operatori di Borsa hanno ritenuto di tradurre con vendite superiori alla media.
Tutto ciò premesso, è chiaro che sugli umori della Borsa hanno inciso anche alcune dichiarazioni di esponenti di governo che hanno lasciato intendere possibili ritorsioni sull'attività delle tv dei Berlusconi. Quando il capogruppo di Fratelli d'Italia, Tommaso Foti, uomo solitamente mite, dichiara ai giornalisti che la premier «è incazzata perché si sente tradita», il fatto che il suo obiettivo immediato sia Antonio Ricci non cancella le responsabilità di chi è al comando dell'azienda. È dunque naturale che chi in Piazza Affari è abituato a orientare le sue scelte d'investimento anche sulla base degli spifferi che escono dai vari ministeri, in questi giorni ha avuto buon gioco nel cavalcare le correnti di vendita.
Tuttavia, se è vero che lo strappo (anche sul fronte politico) è indubbiamente forte e che ogni tentativo di ridimensionarlo oggi appare quantomeno intempestivo, sorprenderebbe che all'interno del governo ci sia chi voglia davvero avviare qualche «azione punitiva» contro un gruppo che da tempo rappresenta una ricchezza sotto vari profili per il Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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