Se Carlos Tavares avrà un «dopo Stellantis» dorato nel suo ranch in Portogallo, non sarà così per i 40mila lavoratori degli impianti italiani rimasti e per quelli dell’indotto, più di 60mila addetti della componentistica che dipendono dagli ordini del gruppo. Proprio il mancato rinnovo di commesse per le aziende di servizi e pulizie mette a rischio, a Cassino, 600 addetti (150 quelli licenziati finora). Il polo industriale ex Fca è mantenuto in vita dalla cassa integrazione e, in mancanza di una programmazione di nuovi prodotti in linea con la domanda, le prospettive sono negative. Fattore importante che riguarda il governo è la scadenza, il 31 dicembre, degli ammortizzatori sociali. Decisivi saranno gli incontri con i sindacati nei prossimi giorni per prorogare gli interventi anche nel 2025.
A tutto ciò si aggiunge un mercato italiano in forte sofferenza che lo scorso mese ha visto le immatricolazioni complessive calare del 10,8%, con Stellantis perdere un ulteriore 24,56% (oltre 10mila unità rispetto al novembre 2023), mentre negli 11 mesi la riduzione è del 9,4% (circa 45mila vetture). A un mese dalla fine del 2024 le auto del gruppo vendute in Italia sono 435.038 contro le 480.171 di un anno fa. Positivi solo i marchi francesi Peugeot (+10,74%) e Citroën (+7,52%). In rosso le marche ex Fca: Abarth -41,86%, Fiat -41,08%, Lancia -79,54%, Alfa Romeo -8,88%, Jeep -14,79% e Maserati -58,78%. Primo bilancio anche per la cinese Leapmotor: 74 le piccole T03 elettriche vendute in uno scenario che ha visto scendere del 17,1% gli acquisti dei veicoli a batteria. È l’eredità che Tavares lascia ai concessionari e che il suo successore dovrà trovare il modo di invertire al più presto. «Il nuovo ad - l’appello di Rocco Palombella (Uilm) - abbia a cuore gli stabilimenti e i lavoratori italiani, riporti qui le produzioni di vetture e rilanci il polo del lusso di Maserati».
AlixPartners, per il tavolo dell’automotive al ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha presentato un’analisi sugli effetti occupazionali della transizione all’elettrico (su cui Tavares ha continuato a puntare) nel nostro Paese. Sono già 25mila i posti a rischio nel settore dell’auto e a breve, se non aumentano i livelli produttivi, diventeranno almeno 50mila. Il 2024 si chiuderà con meno di 500mila veicoli prodotti in tutto.
È l’effetto combinato di due fattori: lo stop, salvo revisioni su cui si sta discutendo a Bruxelles, al motore a scoppio dal 2035 e la spietata concorrenza cinese. Circostanze che, però, si innestano in un Paese dove la produzione è in calo dagli anni ’90 e che quest’anno registrerà il peggiore risultato dal 1956.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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