Dai Senatùr, segua il popolo leghista, e spedisca i suoi alle celebrazioni dell'Unità d’Italia. Lo pensiamo veramente. Tra i lettori del Giornale di leghisti ce ne sono eccome. Ma veramente questo popolo non vuole celebrare l’Unità d’Italia?Non diciamo che ci sia un amore sviscerato ma perché dovrebbe detestare altrettanto visceralmente questo anniversario?
La festa di un nazione è la festa di chi abita in quella nazione perchél’unità determinata dal territorio e dalle sue frontiere è nulla rispetto all’unità determinata da alcuni tratti comuni di coloro che stanno lì. Aldo Cazzullo ha ben descritto questi tratti: estro, creatività, fantasia, intelligenza, umorismo, arte di arrangiarsi, capacità di dare il meglio nelle necessità. Sono pezzi della carta d’identità dell’italiano, non dell’Italia. Uno ce la può avere a morte con Roma ladrona, con il centralismo statalista e burocratico, con l'inefficienza di certe regioni che, alla fine, fanno gravare la loro incapacità di governare sulle regioni più ricche, sostanzialmente al Nord. D’accordo su tutto, ma che c’entra la festa di oggi? Oggi non è mica la festa di Roma ladrona, è la festa degli italiani e basta.
Che c’entra se la Lega che vuole riformare lo Stato (e lo sta facendo nel governo Berlusconi) in senso federale non va alla festa di quello Stato e di quella Nazione che vuole riformare? Deve forse dimostrare forza alla sua base? Non lo fa di più portando a casa il federalismo che come qualche volta ha detto Bossi è l’unico modo di tenere insieme l’Italia?
Ma chi l'ha detto che un federalista convinto non può celebrare l’unità del Paese? Sarebbe come se la prova di fede federalista di un eletto dal popolo negli Stati Uniti consistesse nel non andare ad ascoltare il Discorso sullo stato dell’Unione del Presidente.
Certo, ascoltando quello che il governatore della Puglia Vendola ha detto ieri alla Bocconi verrebbe da andare oltre Bossi.
Sentite cos’ha partorito il Nichi nazionale: ha sentenziato che alla Lega il Sud può piacere quando Sud significa ’ndrangheta. Roba da pazzi. Ma oggi questo non ci interessa. Oggi vogliamo dire a Bossi che nella sua base ci sono persone che nei confronti di questa festa e dell’unità del Paese non hanno atteggiamenti simili a quelli dei politici leghisti che oggi non celebreranno la festa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.