Bottini come Tortora: «Dove eravamo rimasti?»

Bottini come Tortora: «Dove eravamo rimasti?»

Federico Marchi

Proprio nel giorno in cui la Procura di Sanremo ricorre in appello contro l’assoluzione di Giovenale Bottini, l’ex sindaco di Sanremo viene festeggiato da tutti gli esponenti di Forza Italia riuniti a cena. Una serata che ha visto la partecipazione di oltre 120 persone, con Claudio Scajola e tutti i vertici amministrativi e politici dell’estremo ponente ligure. Siginificativo il titolo della cena «...dove eravamo rimasti...» a ricordo della celebre frase detta da Enzo Tortora alla fine della sua drammatica vicenda giudiziaria.
Bottini, assolto lo scorso luglio «perché il fatto non sussiste» dall’accusa di corruzione nell’ambito dell’Accademia della Canzone e delle manifestazioni del Comune, è così rientrato nel mondo della politica attiva. Lo scandalo aveva portato alle sue dimissioni, con conseguente caduta dell’amministrazione e successiva vittoria nel 2004 del centrosinistra, ora sull’orlo della caduta, con un voto inevitabilmente condizionato dalla vicenda giudiziaria. Oltre a momenti di ricordi, ma anche di commozione per lo stesso Bottini, durante la serata non sono mancate considerazioni sul tema della giustizia. A parlarne è stato lo stesso Scajola, a sua volta implicato in una vicenda giudiziaria nel 1983, per l’inchiesta sulla privatizzazione del Casinò, dalla quale uscì completamente pulito nel 1990. «Oggi la frase di Tortora la dici tu, ma tanti anni fa la dovetti dire anch’io - ha detto a Bottini -. Ma chi paga il conto di questi errori che da troppo tempo si commettono a Sanremo ? C’è anche un danno d’immagine che negli anni si è creato su questa città, ora non più famosa solo per il Festival e per i fiori, ma anche per gli scandali. Inchieste che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono finite in una bolla di sapone».
Il presidente del Copaco ha poi auspicato che siano presi presto provvedimenti per cambiare il sistema giudiziario. «Serve una giustizia vera, altrimenti si allontanano i cittadini dall’impegno politico. Serve una riforma della Giustizia che sia di lezione a tutti. Mi auguro che a Sanremo torni un clima di moralità e che le scelte siano basate su persone e programmi, e non su altri sistemi, utilizzati per far cadere gli avversari.

Non crederò mai che nelle altre zone della Liguria vada sempre tutto bene e che a Sanremo ci debbano invece essere sempre persone oggetto della pubblica accusa. Se serve faremo un corteo contro alcuni palazzi, per dire che questa è una città sana, con persone oneste e capaci».

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