Quasi un derby milanese. L’interista Eto’o stava per salutare il Mondiale con il suo secondo gol (su rigore) che poteva addolcire l’eliminazione del Camerun, aveva interrotto l’imbattibilità di Stekelenburg dopo 245’ e poteva dare un dispiacere all’amico e compagno di club Sneijder. Il milanista Huntelaar sfrutta una respinta del palo sul tiro di Robben (bentornato!) e l’Olanda avanza con il vento in poppa. Unica come l’Argentina a centrare tre successi su tre con un solo gol subito, quasi ai livelli degli Europei del 1998 quando in panchina c’era Frank Rijkaard.
Non sarà esaltante la squadra di Bert Van Marwijk ricca di fuoriclasse, fa storcere la bocca ai giornalisti di casa che vorrebbero vedere più spettacolo. Il credo del ct è un po’ diverso («prima vincere, poi giocare») ma l’impressione è che la nazionale arancione possa crescere. Ieri è arrivato il primo centro mondiale di Van Persie, al gol numero 19 con la nazionale, che ha aperto le marcature contro gli africani e si è rivisto in campo Robben a tre settimane dall’infortunio che rischiava di fargli saltare il mondiale. Ora negli ottavi l’ostacolo Slovacchia, non certo insormontabile anche se la squadra di Weiss ha fatto fuori a sorpresa gli azzurri campioni del mondo.
Dall’Olanda leader del girone allo scontro da dentro o fuori tra Danimarca e Giappone. Lo scandinavo Jorgensen, 13 anni in Italia con le maglie di Udinese e Fiorentina e da gennaio di nuovo in patria nell’Aarhus, avrebbe voluto sfidare l’Italia agli ottavi, ma non ci sarà nemmeno lui. La sua partita finisce dopo 34 minuti, quando i nipponici sono già avanti di due reti grazie alle punizioni di Honda (bis mondiale dopo la rete decisiva al Camerun) e di Endo. Ma stavolta lo Jabulani c’entra solo in parte: Sorensen viene prima beffato dalla parabola ben studiata del centrocampista del Cska Mosca, poi sistema male la barriera e non arriva sul tiro teso del mediano del Gamba Osaka. La serata negativa del portiere danese (su un altro piazzato di Endo clamorosa papera e salvataggio del palo) fa il paio con la buona prova del Giappone, trascinato da Honda. Il ct Okada aveva chiesto ai suoi una prova da guerrieri, tanto da schierare un undici a trazione anteriore, chiaro segnale di volersi accontentare del pareggio pure sufficiente a raggiungere gli ottavi (dove incontrerà il Paraguay, primo nel girone dell’Italia).
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