Da Bowie a Lucio Battisti. Ecco le chicche in arrivo solo su vinile

I dischi in vinile vendono. Le percentuali di crescita a due cifre mettono addirittura in crisi la capacità produttiva

Da Bowie a Lucio Battisti. Ecco le chicche in arrivo solo su vinile
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I dischi in vinile vendono. Le percentuali di crescita a due cifre mettono addirittura in crisi la capacità produttiva. I prezzi hanno subito un'impennata, superando il compact disc, e di molto. Quest'ultimo non è mai entrato nel cuore dei consumatori: formato uguale al disco ma troppo piccolo, troppa plastica, troppa enfasi, specie agli albori, su un certo tipo di suono pompato per accarezzare soltanto una parte del suono, quella più «accattivante».

Il vinile, al contrario, può essere uno splendido oggetto d'arredamento, come il giradischi, e in teoria garantisce una riproduzione più completa dell'originale. Ma non vogliamo certo addentrarci in questioni largamente dibattute, e con toni accesi, dagli appassionati di alta fedeltà.

A noi interessa notare che il 20 aprile è il Record Store Day, il giorno più doloroso per il conto in banca dei collezionisti. Nato per «salvare» i negozi di dischi con una serie di edizioni speciali in vinile, a tiratura limitata ma a prezzo abbordabile, il Record Store Day è diventato un appuntamento atteso tutto l'anno da un pubblico molto più ampio del previsto. Le uscite si sono moltiplicate, e una piccola guida può essere utile.

CLASSICI

Ce n'è per tutti i gusti. I fan di David Bowie si preparino. Arriva Waiting in the Sky, da un nastro del 1971: è la prima versione di Ziggy Stardust and the Spiders From Mars, il disco più celebre e celebrato di Bowie. Ci sono due brani amatissimi, Holy Holy e Velvet Goldmine, mai finiti su album, una cover di Chuck Berry (Round and Round) e una di Jacques Brel (Amsterdam). Imperdibile.

Festa grossa anche per gli amanti dei Rolling Stones: Live at Racket, NYC è un concerto datato 19 ottobre 2023. Finora era disponibile solo come bonus disc in una versione deluxe di Hackney Diamonds, l'ultimo album degli Stones, uscito alla fine del 2023. Oltre all'ospite Lady Gaga, ci sono quattro brani recenti mai incisi dal vivo e una manciata di canzoni immortali, tipo Jumpin' Jack Flash.

Una volta il direttore d'orchestra Leonard Bernstein disse: «L'avvento di Elvis Presley è uno dei fatti culturalmente più rilevante del XX secolo. Ha messo il ritmo in ogni cosa. Ha cambiato tutto: musica, linguaggio, moda». Se non ci credete, acquistate Elvis Styles, triplo album dove Presley passa dal country al gospel, dal rock'n'roll al soul con una naturalezza disarmante. Il re ha cambiato tutto perché sapeva fare tutto. La gran parte delle canzoni è in versione alternativa rispetto a quella nota.

JAZZ

Vinile e Jazz si direbbe un connubio perfetto. Nel 2023 era uscito Incarnations di Charles Mingus, un capolavoro. Nel 2024 è tempo di Reicarnations, il seguito, costruito con una serie di brani che non appaiono in vinile (e talvolta neanche in cd) da decenni. Mostruoso.

ITALIANI

C'è voluto un po' di tempo ma anche i nostri artisti aderiscono in massa all'iniziativa. Catalogo enorme. Rock: Litfiba e Ligabue. Canzoni: Lucio Battisti (Vol. 2). Concerti: Ornella Vanoni ma anche Mina alla Bussola 1968-1978. Pianoforte dal vivo: Ludovico Einaudi.

COLONNE SONORE

Un discorso a parte merita Ennio Morricone, capofila dei compositori prestati al cinema. All'estero, e per fortuna adesso anche in Italia, le colonne sonore dei film italiani anni Sessanta e Settanta alimentano un vero e proprio mercato parallelo esploso negli anni Novanta. Il fenomeno è mondiale: fate un salto nei negozi di dischi di Tokyo e rimarrete stupefatti.

Sono ben quattro i titoli di Morricone, la star del Record Store Day di quest'anno: Allonsanfàn (film del 1974 dei fratelli Taviani), Come imparai ad amare le donne (1966, regia di Luciano Salce), Sacco e Vanzetti (1971, capolavoro di Giuliano Montaldo), Storie di vita e malavita (1975, classico minore di Carlo Lizzani).

Morricone è noto per le magnifiche melodie orchestrali, e per alcuni gioielli pop, ma una parte importante del suo repertorio è elettrico, elettronico e fortemente sperimentale.

Morricone stesso, nelle sue memorie, racconta di essersi spinto così avanti da rischiare di non trovare commissioni a Cinecittà se non rientrava almeno un po' nei ranghi. Lo fece e arrivarono i successi clamorosi. Un genio è sempre un genio.

Volendo, ci sono anche Who, Cure, Verve, Blur, Morrissey, Yes, Neil Young & The Crazy Horse, Pearl Jam, Chet Baker, Quincy Jones, Bill Evans...

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