Brescia - Carabinieri e polizia pochi minuti dopo le 6 sono intervenuti per sgomberare il presidio esterno al cantiere dove da sabato 30 ottobre sei immigrati sono su una gru a 35 metri di altezza per chiedere la loro regolarizzazione. Una ventina di persone è stata portata in questura e in caserma dalle forze dell'ordine. I sei immigrati restano sulla gru. Le forze dell'ordine hanno poi collocato i cellulari nell'area del cantiere dove prima c'era il presidio. Alcuni dei manifestanti si sono portati sul braccio della gru in posizione pericolosa, seduti con le gambe a penzoloni nel vuoto e, temendo un'azione di forza anche nei loro confronti, hanno gridato: "Poliziotto sei responsabile. Non abbiamo paura, provate a farlo".
I fermati Tra le persone portate via della forze dell'ordine alcuni attivisti dell' associazione Diritti per tutti, tra cui anche una giornalista dell'emittente bresciana Radio Onda d'Urto. Alcuni striscioni che erano appesi al braccio della gru sono stati dati alle fiamme. A parte la tensione sulla gru, la situazione al momento è tranquilla e non ci sono segnali che le forze dell'ordine stiano per procedere nell'immediato allo sgombero degli immigrati. Ieri erano giunte sul posto due autogru dei vigili del fuoco che avevano alzato le scale raggiungendo l'altezza della cabina della gru.
Nuovi scontri Altri momenti di tensione in via San Faustino con spintonamenti da parte di manifestanti e alleggerimenti da parte delle forze dell’ordine. A originarli i tentativi di oltrepassare il cordone di sicurezza a una trentina di metri dalla gru. Alcune persone sono state allontanate dalle forze dell’ordine, non ci sono feriti. E altre cariche con scontri si stanno verificando con le forze dell’ordine hanno disperso i manifestanti che si erano schierati in un centinaio, fronteggiando il cordone di sicurezza. Alcuni di loro sono stati portati via con la forza e accompagnati in questura come era avvenuto a più riprese anche questa mattina.
Aggrediti i vigili del fuoco I vigili del fuoco che da giorni presidiavano il cantiere del metrobus in via san Faustino, occupato dal 30 ottobre dai sei immigrati in protesta, hanno lasciato la zona. Ieri i manifestanti a terra hanno fatto ostruzionismo prendendo a calci e pugni i mezzi che cercavano di accedere. Oggi gli occupanti del braccio meccanico hanno preso a lanciare dall’alto cartelli d’acciaio e bulloni contro i pompieri che volevano avvicinarsi.
Violenze denunciate "Questa mattina alle 6 poliziotti e carabinieri hanno fatto violenza sui nostri sostenitori, li hanno picchiati con i loro bastoni. Non vogliamo queste cose, siamo qui per i nostri diritti ma se proseguiranno con queste azioni non staremo a guardare". Ai microfoni della radio CNRmedia parla Arun, uno degli immigrati che si trova sulla gru a Brescia, dello sgombero del presidio avvenuto questa mattina. "Hanno picchiato anche le donne - prosegue Arun - e poi hanno portato via tutti, non siamo per la violenza, ma non abbiamo più la calma, abbiamo perso la pazienza, se vedremo i poliziotti avvicinarsi a noi o continuare a picchiare i nostri amici lanceremo verso di loro qualsiasi oggetto che troviamo qui nella gru dove siamo. A questo punto non abbiamo più niente da perdere".
La reazione del sindaco Sulla vicenda si è espresso anche il sindaco di Brescia, Adriano Paroli, il quale ha lanciato un appello agli immigrati che si trovano sulla gru "perché scendano e la smettano con una manifestazione che non aiuta la città e non aiuta loro". Paroli ha inoltre espresso solidarietà nei confronti delle forze dell'ordine sperando che anche "tutte le forze politiche" facciano lo stesso in un momento in cui sono bersagliate da pezzi di ferro che vengono buttati dall’alto. Per il sindaco, che aveva accanto a sé il vicesindaco Fabio Rolfi, che è anche assessore alla Sicurezza, l’intervento di questa mattina per sgomberare il presidio sotto la gru, era finalizzato a "ripristinare la legalità" e a cercare di mettere in sicurezza la gru, considerato che ieri, e anche stamani i vigili del fuoco che con le autogru stavano cercando di creare le condizioni per porre una rete di protezione, sono stati fatti oggetto di "lancio di bulloni, pezzi di ferro e bottiglie piene di urina".
"Ogni giorno di fermo cantiere per la realizzazione del metrò- secondo Rolfi- costa 25 mila euro e "a trenta persone è impedito di lavorare". "Tutti danni dei quali- ha concluso il sindaco- dovranno rispondere gli ispiratori di questa manifestazione dal punto di vista penale ed economico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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