
Lui l'ha chiamato l'«inferno ligure», ma ha comunque precisato che «desideravo accadesse ciò che è poi accaduto davvero al Festival di Sanremo, ossia raggiungere i miei fan che non sapevano ancora di esserlo». Brunori Sas non è soltanto uno degli ultimi cantautori di razza della musica italiana, ma ha sempre un tocco di ironia che riesce comunque a salare o dissacrare anche i ragionamenti più complessi. Venerdì sera, come riportano social, siti e agenzie di stampa con buona euforia, al Palasport di Vigevano ha debuttato con il primo tour dopo Sanremo, otto concerti prodotti da Vivo Concerti che arrivano tre anni dopo l'ultimo giro sui palchi. Di certo, per Brunori nel frattempo è cambiato tutto o quasi, visto che è stato fra i protagonisti assoluti del Festival di Sanremo, è arrivato terzo guadagnandosi anche il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo con il brano L'albero delle noci. Rappresenta un segnale di cambiamento di cui ha parlato anche lui: «Erano anni che il cantautore classico era ai margini del mainstream. Avevo persino il timore che una proposta come quella di Lucio Corsi potesse anche essere ridicolizzata e invece è emerso anche lui: evidentemente c'è il desiderio di qualcosa di autentico, magari è passeggero, ma è accaduto». Comunque, ha osservato: «La domenica prima di Sanremo i cantautori erano degli sfigati, al venerdì siamo diventati dei fighi, è un attimo che torniamo al museo».
Nato a Cosenza nel 1977, Dario Brunori ha battezzato il proprio nome d'arte con il «Sas» in omaggio all'impresa edile dei genitori ed è da almeno dieci anni uno dei più seguiti cantautori italiani, avendo vinto due Targhe Tenco e avendo scritto anche quattro colonne sonore che si affiancano ai sei album già pubblicati. E proprio durante il Festival ha messo in circolazione l'ultimo disco, che si intitola come la canzone portata in gara e ha debuttato ai vertici delle classifiche Fimi e nella top 10 degli album più ascoltati al mondo su Spotify.
Ed è anche per questo che l'altra sera ha sottolineato la differenza con tanti protagonisti delle classifiche diventati famosi in pochissimo
tempo: «Con i miei fan c'è un rapporto affettivo, siamo davvero partiti dalla gavetta e mi piace che in questo momento storico uno possa dire che questa cosa ha un sapore, una densità diversa dall'arrivarci in un secondo».
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