Buffon: "Alla fine l'Italia ci dirà grazie"

Il portiere: "Io sento lo spirito del mondiale, vedo la stessa voglia, sono felice di essere qui nonostante a 8 minuti dalla fine della partita con la Romania potessimo essere di ritorno a casa. L'arbitro Michel è una garanzia". De Rossi: "Dobbiamo farcela non voglio rosicare anche in azzurro"

Buffon: "Alla fine l'Italia ci dirà grazie"

Baden - "Sono sicuro che alla fine gli italiani ci ringrazieranno". Se si tratti di un'uscita temeraria o della manifestazione di certezze interiori azzurre finora non confermate in campo, lo si saprà solo a partire da martedì notte: fatto sta che Gianluigi Buffon abbranca in tuffo un europeo "nato sotto una cattiva stella" e lo stringe forte. "Perché - spiega - io sento ancora lo spirito del mondiale, vedo la stessa voglia, sono felice di essere ancora qui nonostante ad otto minuti dalla fine della partita con la Romania potessimo essere di fatto sull'aereo del ritorno a casa".

Si espone sempre, Buffon. Come quando ha chiesto scusa agli italiani, ed il ct Donadoni lo ha rimproverato per la motivazione ("la gara più brutta degli ultimi 12 anni", aveva detto dopo la disfatta contro l'Olanda) un po' troppo autocritica. "Non sono pentito delle cose che ho detto, non è vergogna chiedere scusa. La realtà è che mi ha spinto l'orgoglio". Si espone sempre ed a maggior ragione ora, il portiere della nazionale, perché ci crede.

E molto: "lasciamo da parte i 'biscotti' e pensiamo a noi, a battere la Francia. La designazione di Michel è una garanzia maggiore per la nostra sfida con la squadra di Domenech, quanto a Olanda-Romania certo uno sguardo in avvicinamento occorre darglielo: ma io spero e credo che sarà una partita vera. Spiegatemi voi perché gli olandesi dovrebbero lasciarsi andare. Per eliminare Italia e Francia: ma fossi in loro visti i risultati preferirei lasciare in gioco noi e la squadra di Domenech, piuttosto che Mutu e compagni". Scherza, evidentemente: perché poi fa la faccia minacciosa ed aggiunge, "ma a me invece non dispiacerebbe ritrovarmeli davanti, gli arancioni". Sincero per definizione, Buffon non si nega al parere sulla questione arbitrale. "Noi non dobbiamo pensare a quello che è stato, semmai servirà a voi giornalisti a fine europeo azzurro, quindi speriamo molto in là, per valutare come sia andata davvero la nostra partecipazione alla manifestazione. E' chiaro, e parlo in generale, che serve più bravura ed uniformità".

Della sua, di bravura, non parla con toni epici: "Sì, va bene il rigore parato a Mutu: ma semmai a dare la misura di quanto sto bene ci sono certe cose che ho fatto in allenamento e che voi dovreste avere visto". Parla della nuova frontiera del calcio (Portogallo, Spagna ed Olanda "ma a me sinora sono piaciuti soprattutto Ronaldo e compagni, una squadra vera che difende ed attacca in blocco") ma si vede che conta di mantenere in vita i vecchi rapporti di forza. Quelli che vedono l'Italia in cima al mondo. Gli chiedono però una ragione per non cominciare a preparare le valige, e lui risponde: "Il calcio dà e toglie".

Finora, causa aiutini alle avversare, agli azzurri in questo europeo ha tolto. Matematico dunque che nella sua logica qualcosa debba essere restituito: "E comunque - conclude - qualora dovesse andare male meriteremmo un tributo". Il famoso grazie, la prima delle certezze di Buffon.

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