Un calcio alla povertà educativa, all'esclusione, al degrado. Un calcio, forte e ben assestato nella periferia sud di Milano, al Gratosoglio, alla parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa dove (r)esistevano da anni un paio di campetti spelacchiati da calcio, uno dei quali inagibile chissà da quanto, accanto a un lastrone di cemento che i ragazzi usavano per sfidarsi a basket e pallavolo. Un calcio ed è stato gol messo a segno dalla Fondazione Ac Milan con il partner Off-White, a fianco della società in veste non solo di stylist. Ora infatti, da lì è passato il loro programma «Sport for change», che supporta e finanzia ormai dal 2003 i progetti che si propongono di favorire un cambiamento positivo nella società. L'ultima tappa, ieri al Gratosoglio dove è nato un vero centro sportivo con due campi da calcio a 5, un campo da pallacanestro e uno da pallavolo, nuovi di zecca.
Non solo. Il sostegno da parte della Fondazione, non si ferma alla ristrutturazione e all'allestimento del centro, ma prosegue con il supporto concreto all'associazione sportiva, con l'assegnazione di borse di studio ai ragazzi che non potrebbero permettersi di frequentare uno sport (di solito tra le 30 e le 50) e la formazione degli allenatori in un'ottica inclusiva. Non è il primo e non sarà l'ultimo. Fondazione Milan con i suoi 3 programmi, «Sport for change», «Sport for all» e «Assist» ha già realizzato 4 progetti a Milano, 210 in 20 paesi di tutto il mondo, con circa 20 milioni di investimento e il coinvolgimento di oltre 5 mila ragazzi coinvolti ogni anno. La missione? «Costruire un mondo i cui ogni giovane possa crescere attraverso lo sport per scoprire e migliorare se stesso - dicono alla Fondazione - Attraverso progetti che usano il potere e i valori dello sport vogliamo dare a bambini e giovani, soprattutto ai più fragili e in condizioni di povertà l'opportunità di sviluppare il proprio talento».
Ieri al Gratosoglio, per il taglio del nastro del nuovo centro, oltre a Giorgio Furlani, amministratore delegato di AC Milan, c'erano anche il capitano del Milan e Divock Origi, accanto a Valentina Bergamaschii, capitano della squadra femminile e Lindsey Thomas. «Sono cresciuto qui vicino - ha detto Calabria - è bello tornare. Educazione e rispetto sono valori fondamentali». «Anche io come questi bambini ho cominciato in oratorio - ha ricordato la Bergamaschi - ma non avevo a disposizione una struttura del genere. Credo che strutture come questa possano invogliare ad avvicinarsi al calcio perchè il calcio è gioia». E per un campione «dare indietro dimostra il cuore» come ha detto Origi.
«Non è banale avere questi campioni qui - ha fatto notare Martina Riva, assessore allo sport del Comune di Milano che ha ringraziato Milan e Off White del «regalo ad una zona che ne aveva bisogno».
D'altronde per il Milan e la sua Fondazione «la comunità locale resta importante - ha sottolineato il ceo Furlani - Continueremo a investire in questi progetti e spero che questo spazio possa essere uno spazio in cui si creeranno ricordi e nuove amicizie». E chissà, perché no, nuovi campioni.
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