
Ci sono state due Italia. La prima inquietante, umiliata dalla Germania - 0 a 3 all’intervallo - messa sotto nel calcio, nel risultato e nell’astuzia. La seconda invece da ammirare per la capacità di risalire la china fino a sfiorare più volte il 3 a 3 finale fino a meritarlo sul penalty di Raspadori durante il recupero. Un rimonta epica che sembra replicare qualche brivido antico. Destinato a far discutere il rigore prima assegnato (per fallo su Di Lorenzo) dall’arbitro polacco Marchiniak e poi cancellto dopo visione al video. I dubbi rimangono tutti.
La differenza maturata nella ripresa non è solo demerito della Germania rimasta forse, con la testa più che con le gambe, negli spogliatoi durante i primi minuti. Di sicuro per la svolta in campo azzurro risultano decisive le sostituzioni operate (per correggere erro di schieramento iniziale) da Spalletti con Frattesi (pronti via sbava un gol fatto sotto porta) e Politano al posto di Daniel Maldini (spedito allo sbaraglio) ma è Kean a scolpire la differenza con un paio di squilli che fanno tremare la panchina di Nagelsmann.
Il pari finale non può cancellare tutte le fragilità, le distrazioni e il dilettantismo di Donnarumma e soci in occasione del secondo gol tedesco (battuta da calcio d’angolo mentre portiere e difensori azzurri discutono tra di loro e con l’arbitro come se fossero a una sfida tra scapoli e ammogliati). Forse la verità sta a metà strada: non siamo così malconci come nel primo tempo, non siamo così promettenti come nella ripresa.
Il risultato finale scolpisce la sconfitta della Nazionale che non guadagna la fase finale della Nations league e deve finire nel girone I per la qualificazione al prossimo mondiale. Ci aspetta la Norvegia del colosso biondo Halland. E non c’è da vivere sonni tranquilli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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