Oggi è il giorno dell’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic, morto lo scorso 16 dicembre, a 53 anni, a causa della leucemia, con i funerali alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, a Roma. Ieri la camera ardente è stata riempita di corone di fiori inviate dalla Fifa e dai suoi ex club, come Roma e Lazio.
Oltre duemila persone (la gallery) si sono radunate all'esterno della basilica in Piazza della Repubblica per l'ultimo saluto al tecnico serbo. Tantissimi tifosi di tutte le sue squadre. Il feretro ha lasciato il Campidoglio intorno alle 9.40 e ha raggiunto piazza della Repubblica - parzialmente chiusa al traffico per l'occasione - alle 10.15, seguito dalla famiglia Mihajlovic.
La folla ha accolto l'arrivo con un lungo applauso. Tante le personalità del mondo sportivo e non presenti, tra cui il Premier Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il ministro per lo sport Andrea Abodi, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, al presidente del Coni Giovanni Malagò e il numero uno della Figc Gabriele Gravina. Presente anche il ct azzurro Roberto Mancini e tanti ex compagni di Mihajlovic calciatore. La delegazione della Lazio con il presidente Claudio Lotito, tutto il Bologna ultima squadra da allenatore di Sinisa, Urbano Cairo e una delegazione della Stella Rossa. Non sono mancati neanche Gigio Donnarumma, Francesco Totti, Daniele De Rossi, Luciano Spalletti oltre a Salsano Lombardo, Marchegiani, Stankovic, Jugovic, Iachini, Fiore, Corradi, Sereni, Orsi, Juric, Branca, Montella, Peruzzi, Di Livio, Bruno Conti, Gianni Morandi, Luca Cordero di Montezemolo e tanti altri.
Gli ex compagni di squadra e amici di una vita hanno accompagnato il feretro, all'uscita della Basilica, al termine della cerimonia funebre. Tra loro Roberto Mancini, Attilio Lombardo, Dejan Stankovic, Vincenzo Cantatore. Un lunghissimo, intenso e commosso applauso ha accompagnato l'uscita dalla basilica, dove erano presenti circa 3mila persone.
"Sinisa non è scappato. Ha affrontato la difficoltà con coraggio. Parlandone e piangendone. Il guerriero ha vinto con la dolcezza della fragilità, la vera forza. Diceva: 'Non sono superman, ma devo combattere e non mollare maì". Così il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, nel corso del funerale di Mihajlovic.
"Era dolce e tenero. Le sue parole erano i fatti e mi ha colpito sempre la sua spontaneità e autenticità - ha detto il cardinale -. A Medjugorje andò nel 2008 e mi disse di aver iniziato a piangere come un bambino. Mi disse: 'Quel giorno mi sono sentito più uomo rispetto al resto della mia vità. Sinisa dava tutto alla famiglia e alle sue squadre del cuore. È stato amato fino alla fine. Ricordo quando giocava con la sua nipotina Violante e mi ha commosso. Diceva: 'Mi sento felice".
"Sinisa è sempre rimasto lo stesso, un uomo ruvido, schietto, audace, generoso, allo stesso tempo dolce e tenero. Le sue parole erano i fatti, che spesso lo hanno portato a essere duro, come in campo, ma senza falsità. Ha affrontato la malattia con coraggio e credo che abbia dato coraggio, condividendo le sue fragilità, quel passaggio da invulnerabile a vulnerabile. Lo ha fatto mostrando la fragilità dolce di un guerriero, che è tale perché sa rialzarsi o ci prova. La fragilità è una porta, non un muro".
"Sinisa voleva diventare vecchio con tanti nipoti, è stato uno capace di dare un'occasione a chi non l'aveva mai avuta, e
vorrei che oggi sentiate l'affetto della madre che è la Chiesa. Proprio perché è una madre - ha concluso il cardinale - non si arrenderà mai al dolore dei suoi figli. È un saluto doloroso che ci lascia increduli".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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