Coppa Italia, l'assurdità di giocare in pausa pranzo

Se i match di Coppa Italia certificano ancora la crescita del movimento, la scelta di farli giocare ad orari improbabili esemplifica gli ostacoli strutturali alla diffusione del calcio femminile in Italia

Zara Kramzar, Roma calcio (Twitter)
Zara Kramzar, Roma calcio (Twitter)

La struttura - condensando una fondamentale corrente sociologica - è modello plastico di come dinamiche all'interno di organizzazioni consolidate riproducano i medesimi schemi di potere che pongono l'organizzazione stessa in condizione di autoreferenzialità, e quindi come agente che intervenga all'occorrenza non già nel dipanare problemi o accogliere cambiamenti, quanto piuttosto con lo scopo ultimo di garantire il mantenimento del proprio ruolo e potere e, con esso, dello status quo. Cosa c'entri lo strutturalismo col calcio femminile è presto detto: mentre i risultati di Coppa Italia fanno ben sperare per il futuro del movimento, vista la strenua lotta (in certi casi) e la qualità espressa nei match dei quarti di finale della competizione, è indubbio che la scelta della Divisione di strutturare un calendario d'appuntamenti infrasettimanali in orari quantomeno assurdi ponga ostacoli non di poco conto alla diffusione del meno strumentale "other side of the moon" dello sport più seguito in Italia.

Le voci senza un perché

"Incomprensibili i perché dietro alla decisione della Divisione", il commento delle admin di Calciatrici Brutte, un progetto avviato nel 2016, e poi cresciuto dal 2019, con lo scopo di promuovere il calcio femminile, raccontandone "con ironia" le avventure italiane ed internazionali. "Da appassionate, consumatrici folli e, non ultimo, da persone che cercano di creare contenuto attorno a questo sport: come facciamo a vedere la partita?", si chiedono: perché, alle 12.30, alle 13.30 o alle 14.30 in una giornata infrasettimanale, "la fetta di pubblico disponibile a guardare in live un match" è per forza di cose ridotta drasticamente. "Il messaggio che questa decisione dà a spettatrici e spettatori è: non importa se le partite verranno seguite poco. Così è, se vi pare", e poi incalzano "I numeri parlano, ma sono anche conseguenza delle decisioni che si prendono, sia a livello di strutture a supporto di un progetto sia a livello di comunicazione e vendibilità di quel progetto". "Qualcuno dirà: fortuna vuole che trasmettano le partite, fino ad alcuni anni fa nemmeno c'era la possibilità. Be'... chi si accontenta gode, così così", concludono, non senza un po' d'amaro. Chissà se, diffusione dei Mondiali 2023 permettendo, la Federazione cambierà approccio: strutturalmente, prima o poi.

I quarti di Coppa: Inter al fotofinish e Milan di cuore, Juve e Roma in scioltezza

Orari e assurdità discusse, il dato che rimane è quello dei verdetti dei match che decretano le quattro semifinaliste che s'incroceranno ad inizio marzo per contendersi un posto in finalissima. Ad orario preparazione pranzo per taluni, od inizio pausa per talaltri, il Milan colpisce ed affonda una Fiorentina coraggiosa ma indubbiamente meno efficace, arroccandosi a difesa d'un pareggio che, in virtù della vittoria d'andata, regala il passaggio di turno. Segue - ma stavolta senza grattacapi - una Roma in splendida forma, che dovrà affrontare adesso proprio le rossonere di Ganz, sulle ali dello spropositato risultato del precedente turno sul Pomigliano. Tutto facile anche per la Juve, che cala un (altro) tris col Chievo, e si prepara all'Inter, che invece pare cedere il passo ad una Samp rivelazione: i rigori concedono, nel finale, la grazia al team di Guarino.

I risultati in sintesi

- Primo turno (25/01)
Pomigliano-Roma 1-8
Fiorentina-Milan 0-1
Sampdoria-Inter 2-3
ChievoVerona-Juventus Women

0-3

- Secondo turno (08/02)
Milan-Fiorentina 1-1
Roma-Pomigliano 2-0
Inter-Sampdoria 6-5 (dopo i rigori)
Juventus Women-ChievoVerona 3-0

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