Davide Nicola, l'uomo dei miracoli. Grazie a lui cinque salvezze impossibili

L'allenatore specializzato nelle salvezze impossibili. Ne sanno qualcosa i tifosi di Crotone, Genoa, Torino, Salernitana e, da ultimi, quelli dell'Empoli

Davide Nicola, l'uomo dei miracoli. Grazie a lui cinque salvezze impossibili

Davide Nicola, 51 anni, è l'uomo dei miracoli. Non si può chiamare diversamente un allenatore che per cinque volte ha preso le redini di una squadra di calcio con l'acqua alla gola e l'ha salvata, evitandone la retrocessione in B. Ne sanno qualcosa i tifosi di Crotone, Genoa, Torino, Salernitana e, da ultimi, quelli dell'Empoli. Se uno, due o tre casi possono essere una fortuita coincidenza, cinque sono un marchio di fabbrica. Nicola ormai è, per definizione, l'allenatore delle salvezze impossibili.

Eppure, nella sua carriera da tecnico, si è distinto anche per una bella promozione. A Livorno, in Serie B, nella stagione 2013-2014 (quella che vide la morte in campo di Piermario Morosini). Nicola riporta gli amaranto in Serie A, vincendo i playoff nella doppia finale contro l'Empoli.

Tre anni fa in un'intervista alla Gazzetta dello Sport disse: "Mi esaltano le sfide, in qualsiasi contesto. Ho un livello alto di energia e di entusiasmo: è energia positiva, sono abituato a vedere solo le cose che posso cambiare per contaminarle con le mie idee". A giudicare dai risultati ne ha vinte di sfide. Segno che lavoro e abnegazione, oltre alle buone idee, pagano eccome.

Prima di fare il tecnico ha fatto il calciatore, ruolo difensore. Esordio nelle giovanili del Genoa, poi il salto tra i professionisti nel 1993, nella Fidelis Andria. Poi Ancona, Genoa, Ternana, Torino, per chiudere nel Lumezzane, dove inizierà la sua avventura sulla panchina.

Nel 2014 viene chiamato a guidare il Bari. Un'esperienza non molto fortunata. Si rilancia a Crotone, in Serie A, nella stagione 2016-2017. Il campionato inizia che peggio non si può: inchiodato all'ultimo posto (con soli 9 punti racimolati dopo la prima parte del campionato) il club calabrese sembra destinato a un'inevitabile retrocessione. Ma il girone di ritorno la squadra si trasforma e macina punti (25), venti dei quali in appena due mesi. La salvezza (considerata impossibile) arriva all'ultima giornata, battendo la Lazio 3-1. Nicola aveva promesso che in caso di salvezza sarebbe andato dalla Calabria a Vigone (Torino) in bici. Promessa mantenuta: 1300 km in 9 giorni pedalando.

Un'altra grande stagione è quella 2019-2020 al Genoa. Nicola arriva al Grifone alla fine di dicembre, al posto di Thiago Motta, esonerato perché la squadra è ultima con appena 11 punti. Nicola si rimbocca le maniche e, alla fine raccoglie 28 punti in 21 partite, che valgono la salvezza, conquistata all'ultima giornata con 39 punti in classifica (+4 dal Lecce retrocesso). L'ottimo risultato non gli vale, però, la conferma della panchina.

Nel gennaio 2021 Nicola torna su una panchina che scotta, quella del Torino, terzultimo con soli 13 punti alla fine del girone. La situazione è davvero brutta. Quando inizia la sua avventura granata ottiene tre pareggi, frutto di altrettante rimonte, contro Benevento (2-2), Fiorentina (1-1) e Atalanta (3-3). È un piccolo ma importantissimo segnale: il Torono non molla mai. Alla fine la squadra si salva al quart'ultimo posto con 37 punti, realizzando 24 punti in 20 partite. Anche stavolta niente conferma per lui.

Situazione davvero disperata quella della Salernitana nella stagione 2021-2022. Nicola arriva il 15 febbraio, quando il club è ultimo con 13 punti dopo 23 giornate. La retrocessione sembra inevitabile. L'esordio è ottimo: 2-2 contro il MIlan. Alla fine i ragazzi di Nicola racimolano 18 punti in 15 partite, salvandosi all'ultima giornata. La società campana gli rinnova l'incarico, ma una clamorosa sconfitta (8-2) ad opera dell'Atalanta ne determina l'esonero nel gennaio 2023. Esonero molto amaro, perché la squadra era nove punti sopra la zona retrocessione. Lo richiamano al suo posto, a furor di popolo. Lui torna ma il miracolo stavolta non si ripete e, dopo un mese, viene di nuovo esonerato.

Quest'anno l'ultima cavalcata vincente, iniziata anche questa nel mese di gennaio. Nicola viene chiamato a salvare l'Empoli il 15 gennaio. I toscani sono penultimi con appena 13 punti. Lui parte col botto, battendo 3-0 il Monza. Prosegue altrettanto bene, con altre tre vittorie e tre pareggi. La salvezza all'ultima giornata, nella rocambolesca vittoria in casa contro la Roma (2-1). L'Empoli si salva, con merito, superando di un punto il Frosinone (battuto in casa dall'Udinese).

Le parole del mister dopo l'ultima impresa

"La salvezza con l'Empoli per il gioco espresso e per il percorso fatto è stata una delle più belle", ha detto Davide Nicola nel dopo partita contro la Roma. "Parlo per la voglia di crederci fino alla fine, poi sappiamo che in partita del genere può andare bene come in un'altra direzione. Sono davvero felice per questa salvezza coraggiosa, sapendo che anche altri meritavano di prendere quello che abbiamo ottenuto noi. Sono felice per questo ambiente, per come mi hanno accolto. Per il presidente, il direttore con cui mi sono subito trovato a mio agio", ha aggiunto il tecnico toscano. "Io dico sempre che bisogna essere felici ma anche umili, non avrei cambiato opinione sui ragazzi se fosse finita diversamente. Questi ragazzi hanno dimostrato fin dal primo giorno di crederci, ma non a parole. Hanno dimostrato valori umani importanti e alla fine mi è piaciuto che anche chi non aveva tutta la partita ha cercato di dare il suo contributo. Quando retrocedi per un punto vuol dire che la lotta è stata eccezzionalmente tosta, il merito va a tutte le squadre anche a chi non ha potuto gioire perchè il suo campionato l'ha fatto con grande qualità".

La sua famiglia e il lutto di qualche anno fa

Nicola è sposato con Laura, con cui ha avuto cinque figli.

Uno, Alessandro, è morto in circostanze tragiche a soli 14 anni, investito da un aubobus mentre andava a scuola in bici a Vigone, nel Torinese. Questa è la dedica speciale che Nicola fece al figlio dopo la memorabile salvezza del Crotone nel 2017:

Ale, questa non è la mia vittoria, ma la nostra, proprio come quella della promozione in Serie A del Livorno. Avrei voluto gioire con te, guardare i tuoi occhi e il tuo sorriso, prenderti per mano e insieme correre e festeggiare. Tutto questo è solo per te e ogni mia conquista è la tua, ogni mia vittoria sarà la tua, ogni mio sogno sarà anche il tuo. Voglio che il mio cuore continui a battere per te e tu possa vivere ancora attraverso me".

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