Il destino d’un talento: Giulia Dragoni è la prima italiana al Barcellona

Sedici anni e una storia straordinaria tutta da scrivere: la "piccola Messi" milanese è ufficialmente blaugrana, la prima calciatrice straniera ad entrare nella Cantera del club catalano

Da Twitter
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È un sogno ad occhi aperti, tutto da vivere: Giulia Dragoni, classe 2006, sbarca a Barcellona ed è la prima calciatrice straniera a varcare la soglia della Cantera del club catalano, con un contratto biennale fra le mani e tutto l’entusiasmo possibile negli occhi. Chissà cosa starà pensando, in questi giorni, Dragoni la predestinata. Chissà, soprattutto, se sia davvero consapevole del contributo straordinario che sta dando – e inevitabilmente darà – al calcio femminile italiano e, adesso, anche europeo. Con tutta probabilità, e tutti gli auguri possibili in tal senso, starà vivendo dei giorni tanto entusiasmanti quanto surreali. D’altronde, quando hai sedici anni e il tuo percorso ha già scritto irrimediabilmente la storia d’un movimento, c’è qualcosa di inafferrabile e fuori dal comune che ti contraddistingue.

Dragoni, storia d’una predestinata

La sua storia è quella d’una predestinata, perché, dei suoi pochi anni, in molti, e da tempo, ebbero a dire, ogni qualvolta le arrivasse un pallone su un campo da calcio qualsiasi, che quella ragazzina sarebbe diventata qualcuno; che avrebbe certamente rappresentato, crescendo, un punto di riferimento per tutto il movimento. Qualcuno di lei disse, qualche anno fa: “Talento puro: uno spot per il calcio femminile”. Non è facile rispondere così giovane ad aspettative così alte. Eppure, lei non s’è mai tirata indietro ed è sempre riuscita a dimostrare il suo valore, quello d’un talento tanto raro quanto prezioso. Così, dai primi passi nell’impianto milanese della Franco Scarioni ai campi del Cimiano, passando per la Pro Sesto, dove venne rinominata “la piccola Messi”, Dragoni aveva già ampiamente mostrato i suoi numeri. La “migliore 2006 d’Italia”, infatti, considerata già uno dei fenomeni più promettenti a livello internazionale, era riuscita nel grande salto con l’approdo nella Primavera nerazzurra del tecnico De La Fuente, vestendo poi la maglia azzurra della Nazionale con l’Under 16 (tre presenza ed un gol) e l’Under 17 (sedici presenze ed otto gol).

Lo scorso 20 novembre, l’esordio – anche quello, straordinario – in Serie A, con l’Inter di Rita Guarino: Dragoni, in maglia numero 15, subentra a Karchouni al 75’, nel delicato match contro la Fiorentina. Guarino, in quel contesto, con tutta l’esperienza e la classe che contraddistingue la tecnica torinese, quasi profeticamente ebbe a commentare: “La presenza di Giulia testimonia la crescita del nostro settore giovanile, che produce e sviluppa talenti. Per me, è un piacere che giocatrici come lei possano giocare anche partite così importanti: è una ragazza talentuosa che merita la massima attenzione”.

L’arrivo a Barcellona

Al suo ingresso nella struttura di La Masia, vivacissimo vivaio presso la Ciutat Esportiva Joan Gamper, per il primo allenamento col Barcellona B, Dragoni ha commentato con gran carattere ai microfoni di Barça Tv+: “Sono contenta di essere entrata in questa nuova famiglia: mi sto trovando molto bene, anche se sono qui da pochi giorni, e le compagne mi stanno trattando come delle sorelle. Noi giovani siamo tutti in questa specie di cittadella dove possiamo legare al massimo, anche con ragazzi che fanno altri sport. Per me è un onore essere entrata a far parte di questo club, sono molto grata per la fiducia”.

Dragoni la predestinata: col sogno, adesso, di poter scrivere altre, luminose pagine di storia in palcoscenici sempre più ampi e significativi. L’incipit è quello giusto, perché parte in un contesto in cui il calcio femminile è, culturalmente, tutt’altra storia. Il paese, la città, che registra 91.

648 tifosi presenti per una partita, nello stupore generale (degli altri). Si spera, ora, che la piccola grande stella Dragoni possa infrangere straordinari record, nello stupore generale (degli altri).

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