Le Figurine Invisibili. Mitigol è un gioco da vivere

Calciatori che non esistono, ma che sembrano più veri dei campioni veri. MiTiGol, un nuovo gioco da tavolo che ci fa sognare

Le Figurine Invisibili. Mitigol è un gioco da vivere
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Ci sono mondi che esistono solo se qualcuno ha il coraggio di immaginarli. Non bastano carta, inchiostro e colori: serve un soffio d’anima, una carezza di nostalgia, un sorriso che sappia prendere sul serio anche le cose più leggere. È così che sono nate le nostre Figurine Invisibili. Non da un’industria, non da un algoritmo, non da un calcolo di mercato, ma da una piccola, testarda magia: la volontà di raccontare storie. In un tempo che divora immagini, noi abbiamo deciso di fermarci a guardarne una. A crearla da zero. A darle un nome, un carattere, una vita. Abbiamo inventato calciatori che non esistono, ma che sembrano più veri dei campioni veri. Eroi picareschi, goffi, eleganti, malandati. Alcuni con il ginocchio fragile, altri con la testa matta, altri ancora con il talento sprecato o l’orgoglio irriducibile. Ognuno con la sua figurina, il suo sorriso stampato male, la sua maglia che sa di polvere e leggenda. Abbiamo chiamato tutto questo MiTiGol (cliccca qui). Un gioco da tavolo, certo. Ma soprattutto un omaggio. Un atto d’amore verso un rituale che ha segnato la nostra infanzia, la nostra adolescenza, perfino la nostra idea di amicizia e di destino: quello delle figurine Panini. Perché non è solo un passatempo, e non lo è mai stato.

Collezionare figurine era - e resta - un modo di abitare il tempo. Un modo per credere nei sogni. Per stringere tra le dita l’eco di una promessa: che ogni volto incollato su quell’album, ogni firma storta, ogni numero segnato, raccontasse qualcosa di noi. In MiTiGol, ogni giocatore diventa presidente di una squadra immaginaria. All’asta si costruisce la rosa, si litiga per un bomber grassottello o per un portiere ermetico come un romanzo giallo. Poi si gestisce la società, tra imprevisti, crisi finanziarie, successi insperati. Infine si scende in campo, su un tabellone che profuma di domeniche d’infanzia, sfidandosi a colpi di schemi e follie.

I calciatori sono le vere star: hanno abilità, statistiche, idiosincrasie. Non sono perfetti, mai. Ma sono vivi. Sono memorabili. Sono nostri. Li abbiamo disegnati come si disegnano i sogni: caricaturali, ironici, un po’ sghembi. Con quei colori saturi e lievemente sbagliati che ricordano il sapore di un bar di provincia, di un cortile d’oratorio, di un pomeriggio che non volevamo finisse mai. Abbiamo voluto che ogni carta raccontasse una storia. Come facevano, con semplicità geniale, le figurine Panini: un’immagine, un nome, e tutto il resto lo costruiva la nostra immaginazione.

La cosa più bella? È che i giocatori stessi ci stanno chiedendo di farlo. La community di MiTiGol sta crescendo. Creano forum, organizzano tornei, propongono nuovi personaggi. Ogni giorno qualcuno ci scrive inventando nuovi talenti bizzarri, nuovi numeri dieci che non segnano mai, nuovi terzini che corrono come trattori. È un processo partecipativo che ha la stessa linfa vitale di quando, da bambini, ci si scambiava doppioni, si inventavano storie impossibili sui giocatori, si fantasticava su futuri da campioni.

Le Figurine Invisibili sono già nel tunnel degli spogliatoi. Le sentiamo scalpitare. Sentiamo l’odore del prato appena tagliato, la tensione prima del fischio d’inizio.

Come direbbe il nostro Sandro Ciotti interiore: “Il terreno è perfettamente agibile, la ventilazione è inapprezzabile, gli spalti sono gremiti al limite della capienza”. Non resta che sognare ancora una volta.

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