Come in ogni Mondiale che si rispetti, le statistiche sono all'ordine del giorno ma la maggior parte delle volte riguardano i record di singoli calciatori, le reti più veloci, il numero dei falli o la Nazionale che sorprende di più. In Qatar 2022, invece, giunti ai quarti di finale è suonato un campanello d'allarme che in molti avevano già notato: come mai sono stati segnati così pochi gol sui calci di punizione e sui calci di rigore nelle 56 partite disputate fin qui?
Il record negativo
Abbiamo dovuto aspettare la terza giornata dei gironi a eliminazione per ammirare la prima rete su punizione dell'inglese Rashford, al 50esimo minuto della gara contro il Galles, con un potente destro da fuori area. Il secondo gol, che è anche il più potente del Mondiale (pallone scagliato a 121,69 Km/h) è stato segnato su calcio di punizione dal messicano Chavez nella decisiva gara contro l'Arabia Saudita. A parte queste due eccezioni nient'altro, lo stesso dicasi per gli ottavi di finale già disputati. Due gol sono pochissimi e, come ricorda il Corriere, bisogna tornare a Inghilterra 1966 per rivivere la stessa situazione.
Ma il deficit, come detto, riguarda anche i calci di rigore: fino a questo momento nei minuti regolamentari ne sono stati assegnati 16, 11 dei quali questi messi a segno. La percentuale di realizzazione (68,7%) è molto bassa rispetto alle edizioni precedenti ma diventa ancor più clamoroso il dato dei rigori necessari a decretare il passaggio del turno come nel caso di Giappone-Croazia e Marocco Spagna dove Livakovic e Bono hanno neutralizzato, complessivamente, cinque penalty senza contare gli errori dal dischetto (senza parate) di chi ha sbagliato calciando sul palo.
I tre maggiori indiziati
Insomma, edizione sicuramente poco fortunata per queste due specialità: sarà semplicemente frutto del caso o dietro si nasconde qualcosa? Alcuni esperti pensano che l'indiziato numero uno sia il tipo di pallone super tech che si ricarica come fosse uno smartphone perché al suo interno contiene una tecnologia avanzata per decretare il fuorigioco semi-automatico. "Al Rihla" (così si chiama in arabo) possiederebbe un'importante velocità di partenza (quando viene calciato) che potrebbe incidere negativamente sul risultato finale: lo ha recentemente dichiarato il giocatore inglese Trippier sottolineando che il pallone "sembra volare via se ci metti troppa potenza. Magari è colpa nostra, dei giocatori: non ci sono scuse, ci alleniamo tutti con questo pallone e dovremmo imparare a tirare", ha dichiarato alla stampa.
Al secondo posto tra i maggiori indiziati riguarda, e non può essere un caso, anche la diminuzione dei falli fischiati dagli arbitri che non poche polemiche hanno suscitato: come ricorda Goal.com, l'Inghilterra è l'unica Nazionale a non aver ricevuto nemmeno un cartellino in quattro gare tra girone e ottavi, un record. Ma i cartellini sono diminuzione mediamente in ogni gara e, a cascata, sarebbero stati fischiati meno punizioni dal limite dell'area con conseguente meno possibilità di fare gol: anche questo è un ragionamento che ci può stare. I dati di Opta non mentono: in questo Mondiale sono crollate le punizioni nei pressi delle aree di rigore, soltanto 0,75 a partita contro 1,31 di Russia 2018, 1,82 in Brasile nel 2014 e 2,29 in Sudafrica nel 2010. Se torniamo ai tempi di Italia '90, ne venivano assegnate ben 3,38 a partita, quasi il quintuplo di adesso.
Infine, il problema potrebbe essere derivato dagli stessi protagonisti, i calciatori: numerosi errori tecnici che non ti aspetti da gente che gioca in nazionale come i rigori tirati dai
giapponesi. Se ci fosse stata maggiore freddezza e precisione, chi lo sa, magari la statistica sarebbe risultata vana, non si sarebbe puntato il dito contro il pallone-tech e la favola di Holly e Benjii sarebbe ancora in piedi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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