Due pagine del Sunday Times dedicate all'invasione dei calciatori britannici nel nostro calcio. La moda ha tre ragioni: il clima, il cibo e le tasse. Sono tredici ad oggi ma con due prossime new entry: Walker al Milan, Delle Alli al Como; Adams gioca per il Toro, la coppia McTominay-Gilmour viaggia verso lo scudetto con il Napoli, il Milan ha tre made in Uk, Tomori-Loftus Cheek-Abraham, quando quest'ultimo stava al Chelsea ricevette una telefonata di Mourinho: «Preferisci la pioggia o il sole?». È finito il tempo nel quale i calciatori che venivano dall'isola britannica erano accolti con pregiudizi: alcolizzati, ignoranti, incapaci di apprendere l'italiano. Paul Gascoigne regalò ai suoi compagni della Lazio un libro dal titolo Come imparare velocemente l'inglese. Il decreto Crescita ha agevolato l'arrivo di altri calciatori dall'isola, proprio gli inglesi sono stati i soci fondatori di molti club italiani.
Il primo calciatore a lasciare l'Inghilterra fu Herbert Kilpin, nel 1891 si trasferì a Torino per lavorare per Edoardo Bosio, commerciante tessile italo-svizzero legato a un produttore di merletti di Nottingham. Kilpin giocò per l'Internazionale Torino Cricket Club, nel 1899 con il collega Samuel Richard Davies fu tra i fondatori del Milan, denominato Milan Foot-Ball and Cricket Club. Dio salva il re e anche la serie A.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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