Inzaghi a lezione d'inglese dopo le sirene della Premier

L'Inter sfida l'Arsenal e il tecnico ammette il corteggiamento dei club d'Oltremanica

Inzaghi a lezione d'inglese dopo le sirene della Premier
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Per l'Inter, che ha già dimostrato a Manchester di parlare un buon inglese, stasera c'è l'Arsenal a San Siro, un'altra grande della Premier. Quarto turno della maxi Champions: primo, non perdere. «Con la vecchia formula era tutto più semplice, ora la qualificazione può essere decisa da un gol in più, fatto o subìto», sottolinea Inzaghi, che non dimentica dove Marotta ha messo l'asticella all'inizio della stagione: qualificarsi fra le prime 8, per prestigio e per dribblare gli straordinari di fatica dei playoff. Non sarà semplice, ma i 7 punti nelle prime 3 partite rendono possibile l'obiettivo.

Parlare un buon inglese, un giorno servirà anche a Inzaghi. Le sirene della Premier sono vere tentazioni. «Non nego che la possibilità ci sia già stata. In questi anni all'Inter, ma anche prima, quando ero alla Lazio. Ho sempre detto no, perché stavo bene a Roma e sto benissimo a Milano». In futuro, chissà. Del resto a chi non piacerebbe lavorare senza limiti di budget?

Stasera, la formazione di partenza dovrebbe confermare l'impressione che già aveva regalato l'Inter-tipo schierata contro il Venezia. Torna sì il recuperato Calhanoglu, ma fra i titolari riposano Bastoni, Barella, Mkhitaryan, Thuram e forse persino Dimarco. Acerbi parte in panchina, ma giocherà almeno mezz'ora, giusto il tempo per carburare in vista del corpo a corpo con Lukaku. E sì, perché dietro l'angolo c'è il Napoli e Inzaghi non può tenerne conto.

Domenica sì che non c'è alternativa alla vittoria: non per la classifica, per rimediare resterebbe certamente tempo a sufficienza, ma per schivare le sicure pallottole delle critiche, perché il dominio della scorsa stagione finisce inevitabilmente per rivelarsi un boomerang. L'hai fatto? Devi rifarlo. Sennò è colpa tua. E invece ripetersi è proprio la cosa più difficile. Con una squadra sempre più vecchia, più soggetta agl'infortuni (che infatti l'anno scorso non c'erano) e più conosciuta dalla concorrenza.

L'Arsenal ha fatto 1 punto nelle

ultime 3 di Premier, ma in Champions ha gli stessi 7 punti dell'Inter e al debutto ha pareggiato a Bergamo con l'Atalanta (0-0). Arteta spera di avere la stella Odegaard almeno in panchina, mentre Calafiori è rimasto a Londra.

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