
Subire la peggiore sconfitta casalinga dal 1967 proprio mentre si sognava di rientrare nella lotta scudetto è stato un colpo durissimo per la Juventus. La prestazione inqualificabile dei bianconeri con l’Atalanta, che ha dominato in maniera imbarazzante l’undici di Thiago Motta, ha gettato nel caos un ambiente che stava iniziando a sperare in un finale di stagione con lieto fine. Dopo il triplice fischio, invece, il barometro segna burrasca, aprendo le porte a qualsiasi soluzione, anche le più traumatiche. Voci in arrivo dalla Continassa, infatti, parlano di una dirigenza che starebbe considerando un cambio in corsa per provare a raggiungere il fondamentale quarto posto. Vediamo quindi come la trasferta al Franchi di domenica 16 marzo alle 18 potrebbe segnare la fine della gestione Thiago Motta e l’inizio dell’ennesima rivoluzione bianconera.
Tutto sbagliato, tutto da rifare
Tra le tante voci ed indiscrezioni, difficile sapere come stiano davvero le cose. L’unica cosa certa è che c’è grande confusione sotto il cielo bianconero. Le certezze del passato sono crollate una dopo l’altra, costringendo tutti ad un doloroso esame di coscienza. Il progetto sportivo ed il mercato estivo sono chiaramente fallimentari, considerato che gli unici giocatori ad essersi salvati nelle ultime giornate sono quelli arrivati in prestito a gennaio, Kolo Muani in testa. L’imbarazzante poker casalingo ha fatto venire al pettine i tanti nodi che si erano creati negli ultimi mesi. L’insoddisfazione è generalizzata con la dirigenza che sembra aver perso la pazienza, la tifoseria pronta a proteste anche estreme ed uno spogliatoio vicino alla rivolta nei confronti del tecnico.

Se molti fanno notare come le costosissime scommesse estive di Giuntoli, Koopmeiners in testa, siano evaporate come neve al sole, la tentazione di scaricare tutte le colpe sul tecnico è fortissima. Il tempo per rimediare non mancherebbe, visto che i bianconeri hanno ancora dieci partite per provare a salvare una stagione disgraziata e sono ancora in corsa almeno per il quarto posto. In un momento così disastroso, il bel gioco o la mentalità passano necessariamente in secondo piano: a Thiago Motta si chiede di portare risultati e sperare che bastino a salvargli la panchina.
Motta si gioca tutto a Firenze
Considerata l’eco mediatica globale della disfatta casalinga, gli esperti di mercato si sono scatenati, facendo intendere che la dirigenza bianconera avrebbe stretto i tempi per le trattative con il futuro sostituto di Thiago Motta. Il problema è che nessuno sembra sapere dove vogliano andare a parare i bianconeri, considerato che la rosa di nomi si espande di giorno in giorno. Se da una parte c’è chi scommette che le parole di Gasperini, che considera più o meno chiuso il suo ciclo all’Atalanta, siano motivate da un pre-accordo già firmato con la Juventus, altri si dicono certi che siano in corso trattative più o meno avanzate con altri tecnici top. I nomi, più o meno, sono sempre gli stessi, De Zerbi, Mancini, Xavi e persino lo stesso Antonio Conte, ancora in corsa per lo scudetto ma la sensazione è che nessuno sappia esattamente come stanno le cose.

Comprensibile che siano in molti a fare carte false pur di mettere le mani sulla panchina più ambita della Serie A ma l’unica cosa certa è che la situazione potrebbe rapidamente precipitare già dalle 20 di domenica prossima. Difficile immaginare un campo peggiore dove provare a recuperare da una delusione cocente. La Fiorentina che scenderà al Franchi sarà reduce dal dentro o fuori con il Panathinaikos ma, comunque vadano le cose, darà il massimo nell’incrocio con la Juventus. Impossibile fare altrimenti, considerata la storica rivalità che divide le due tifoserie e l’importanza cruciale per le rispettive stagioni. Se ai tifosi importa principalmente recuperare un po’ dell’orgoglio perso, la dirigenza pretende di vedere passi avanti dal punto di vista del carattere e dell’impegno, assente ingiustificato contro la Dea. Un nuovo tonfo potrebbe avere conseguenze catastrofiche nella lotta al quarto posto, conditio sine qua non per la ricostruzione estiva che attende i bianconeri. Una sconfitta potrebbe davvero segnare la fine della gestione dell’ex tecnico del Bologna.
Traghettatore? Tudor o un interno
Considerato il momento nerissimo, la pausa per le nazionali potrebbe essere il momento giusto per un cambio in corsa, anche se nelle due settimane l’erede di Thiago Motta non avrebbe molti titolari a disposizione. Il problema vero è che la dirigenza è con le spalle al muro: se non ci sarà uno scatto d’orgoglio da parte della squadra, staccare la spina sarebbe l’unica opzione rimasta. A sentire i colleghi di Tuttosport, voce più o meno ufficiale della proprietà, la ricerca del “traghettatore” cui affidare la Juventus fino alla fine della stagione è già in corso e vedrebbe una rosa di tre nomi. Il più papabile è l’ex tecnico della Lazio Igor Tudor, svincolato dal club capitolino e forse disponibile a firmare un contratto a termine.

Le altre due opzioni sarebbero ancora più semplice, visto che si tratta di allenatori già sotto contratto con la Juventus: Massimo Brambilla e Francesco Magnanelli sono alla guida, rispettivamente della Next Gen e della Primavera, soluzioni semplici e a costo zero.
L’unica cosa sicura è che difficilmente il caos che circonda la Juventus si calmerà di qui a breve, cosa che potrebbe avere conseguenze pesanti non solo sulla squadra ma, in generale, sull’ambiente bianconero. Considerato quante ruggini stiano venendo a galla in questi giorni, una vittoria al Franchi potrebbe solo rimandare quella resa dei conti che sembra sempre più inevitabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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