Mondiali, tutte le Nazionali ai Raggi X, girone per girone

Trentadue squadre si contendono la Coppa del Mondo di calcio. Tra le grandi protagoniste di sempre e le possibili sorprese, i campioni indiscussi e gli emergenti, una guida ragionata per saperne di più sugli otto gironi. Alcuni dei quali decisamente di ferro

Mondiali, tutte le Nazionali ai Raggi X, girone per girone


Sebbene l’avvicinamento sia stato decisamente inusuale, manca davvero poco al calcio d’inizio della 22ª edizione della Coppa del Mondo. Visto che, purtroppo, saremo costretti a fare da spettatori toccherà scegliere una squadra da supportare in questo inconsueto Mondiale. Per aiutarvi a scegliere per chi fare il tifo, tempo di dare un’occhiata agli 8 gironi del primo mondiale a 32 squadre. Come spesso succede, ci saranno risultati a sorpresa, squadre rivelazioni e grandi che finiranno per fare una figuraccia. Ecco la nostra piccola guida alla fase a gironi di Qatar 2022.

GRUPPO A

Il girone che vedrà in campo il Qatar non è quello “morbido” che di solito il sorteggio riserva ai padroni di casa. La squadra nata in laboratorio dovrà infatti vedersela con i campioni d’Africa, una grande a caccia del primo mondiale e una delle possibili sorprese. La favorita, ovviamente, è l’Olanda di Van Gaal, col sogno di cancellare la maledizione che per tre volte ha negato il trionfo agli Oranje proprio sul più bello. L’eterna incompiuta è lontana parente dell’Arancia Meccanica di Cruijff ma ha una rosa da far invidia e un gioco a volte spettacolare. A contendergli la testa del girone, i Leoni della Teranga del Senegal, spinti da un popolo ancora entusiasta per il trionfo in Coppa d’Africa. La squadra messa in campo da Cissè punta a far meglio dei quarti conquistati nel 2002 e potrebbe farcela. A spingerla una verticale da sogno: Mendy in porta, Kalidou Koulibaly in difesa, l’acciaccato Sadio Manè in avanti, affiancati da un gruppo affiatato di ottimi mestieranti. Se nessuno si aspetta molto dai padroni di casa, occhio all’Ecuador, che nel massacrante girone sudamericano ha fatto fuori squadroni come Cile, Colombia e Perù. L’esperto ct Alfaro ha messo a punto una difesa ermetica e un mix tra veterani e giovani ambiziosi come la stella del Brighton Moisés Caicedo. Occhio ai passi falsi: potrebbero costare carissimo.

GRUPPO B

Non sarà il classico “girone della morte”, ma questo gruppo potrebbe sorprendere molti. Favorita d’obbligo l’Inghilterra, ansiosa di vendicare la dolorosa disfatta di Wembley dell’anno scorso nella finale degli Europei. Il rischio maggiore per gli uomini di Southgate è forse di sottovalutare le rivali e aprire il fianco a figuracce. La rosa dei Three Lions è una spanna sopra le altre, con un undici molto solido, arricchito dalla fantasia della coppia Mount-Rice e della verve realizzativa di Sterling e Harry Kane. Raggiungere il minimo sindacale dei quarti non sarà però una passeggiata. La lotta per il secondo posto sembra serratissima, con tre squadre da prendere con le molle. Gli Stati Uniti degli “italiani” McKennie e Serginho Dest sono molto più quadrati che in passato e potranno schierare il talento cristallino di Christian Pulisic e del giovane Musah, che sta facendo faville col Valencia di Gattuso. Occhio però anche al Galles di Gareth Bale, che nei grandi tornei si trasforma e all’Iran del geniale Queiros, che in Russia andò a un passo dal rovinare i piani di Spagna e Portogallo.

GRUPPO C

L’assalto finale di Lionel Messi al trofeo che potrebbe farlo entrare nella leggenda difficilmente poteva iniziare in maniera migliore. Il sorteggio di Doha ha riservato avversarie oggettivamente morbide all’Argentina, anche se non prive di insidie. I ragazzi di Scaloni, capace di distillare una vera squadra dai tanti talenti anarchici platensi, sembra un mix perfetto tra fantasia e garra, combinazione che potrebbe rivelarsi letale. Se la delantera è una sicurezza, con gente come Dybala, Lautaro Martinez e Di Maria, fa il paio con una linea difensiva arcigna. Iniziare bene sarà cruciale, visto che i campioni del Sudamerica dovranno vedersela con una squadra incostante ma capace di tutto come la Polonia di Lewandowski e Szczesny. Mai sottovalutare il Messico del napoletano Lozano, guidato da un ct capace di pessime sorprese come il “Tata” Martino. Anche quella che molti considerano la cenerentola del girone, l’Arabia Saudita, è lontana parente di quella che certo non impressionò in Russia. I ragazzi di Hervè Renard, tecnico giramondo profeta del calcio offensivo, potrebbero sparigliare i pronostici di molti.

GRUPPO D

I campioni del mondo in carica certo non si sono lamentati quando hanno conosciuto il verdetto dell’urna di Doha. A provare a fermare la Francia schiacciasassi di Deschamps tre compagini delle quali si parla bene senza però aspettarsi miracoli. Incredibilmente la fucina di talenti transalpina continua a sfornare talenti, gente capace di fornire palle giocabili in quantità al duo delle meraviglie Mbappè-Benzema. Alzare di nuovo la coppa più bella farebbe entrare i Bleus nell’olimpo del calcio, visto che solo l’Italia di Pozzo e il Brasile di Pelè sono riusciti a ripetersi. Il girone dei transalpini non è però prive di insidie, diventando progressivamente più complicato. Se pochi si aspettano molto dai Socceroos dell’Australia, l’incrocio con la Danimarca di Christian Eriksen potrebbe essere più complicato. Il ct Hjulmand punta a ripetere il cammino agli Europei, mettendo in campo un mix di giovani ambiziosi e veterani come il milanista Simon Kjaer capace di cambiare modulo in corsa più volte. Occhio poi alle Aquile di Cartagine della Tunisia, compagine priva di nomi di grido ma estremamente quadrata e fisica. La più europea delle africane è capace di tutto, anche di fare sgambetti a squadre più quotate.

GRUPPO E

Quando hai Spagna e Germania nello stesso girone, il pronostico per gli ottavi viene quasi da sé. Anche se non molti si aspettano sorprese, non tutto potrebbe filare liscio. Se lo scontro tra la Mannschaft di Flick e le Furie Rosse di Luis Enrique è cerchiato in rosso sui calendari degli appassionati di calcio, le altre due squadre del girone potrebbero rivelarsi più complicate del previsto. La missione degli ex tecnici di Bayern e Barcellona sarà di far dimenticare le delusioni degli ultimi anni e portare a compimento una complicata traversata nel deserto. Se ad impressionare sono stati più i giovani iberici, a fare la differenza potrebbe essere la tradizionale determinazione teutonica. Giappone e Costa Rica, però, non sono venute solo per godersi il sole d’inverno del Qatar. Venti dei 26 Samurai Blues convocati dal ct Moriyasu giocano in Europa e, forse per la prima volta, riusciranno a combinare una difesa solida ad un attacco pericoloso, dove potrebbero brillare le stelle Kamada, Minamino e Kubo. Cosa dire poi dei Ticos di Keylor Navas? Ripetere il miracolo di Brasile 2012, quando fecero fuori gli Azzurri, sarà complicato ma alcuni giovani come il guizzante Bennette potrebbero esaltarsi sul palcoscenico più importante.

GRUPPO F

Se gli occhi di tutti saranno puntati sull’ultima chiamata per la golden generation del Belgio, il gruppo F potrebbe essere tra i più equilibrati. La potenza di fuoco che il ct dei Diables Rouges Martinez può mettere in campo rimane impressionante, anche se la retroguardia inizia a sentire l’età. Nonostante abbiano l’occasionale blackout, come agli Europei contro gli Azzurri, affrontare gente come Courtois, De Bruyne, Hazard e Lukaku non è mai un’esperienza piacevole. La rivale designata dei belgi, i vice-campioni del mondo della Croazia, è altrettanto temibile. Il ct Dalic, per ripetere la marcia trionfale di Russia 2018, ha affiancato all’eterno Modric un mix di talento e sostanza con gente del calibro di Brozovic, Perisic e Rakitic. Se Canada e Marocco sembrano vittime sacrificali, sottovalutarle potrebbe essere pericoloso. Tornati al Mondiale dopo 36 anni, i Canucks hanno brillato nel girone di qualificazione, trascinati dal rapidissimo talento del Bayern Davies e del promettente Jonathan Davis. Il Marocco, poi, potrebbe essere più complicato del previsto, specialmente se gente come Ziyech, Hakimi e Mazraoui troverà un terminale offensivo convincente. L’italo-marocchino Cheddira sta facendo faville col Bari. Sarà lui lo Schillaci dei Leoni dell’Atlante?

GRUPPO G

Non capita spesso di vedere la favorita di un Mondiale finire nel proverbiale “girone della morte”. L’urna di Doha ha consegnato al Brasile pentacampeon tre avversarie veramente ostiche. Se pochi scommettono su un passo falso della Seleçao, il cammino per gli ottavi è fitto di ostacoli. La qualità dell’undici del ct Tite è evidente a tutti, come il fatto che i verdeoro abbiano ben pochi punti deboli. Dall’affidabile Alisson in porta alla difesa guidata dall’eterno Thiago Silva, alla delantera atomica che vede l’esperienza di Neymar affiancata all’esuberanza di Vinicius Junior e Raphinha, scommettere contro il Brasile sembra un suicidio. La Seleçao ha pure una gran voglia di mettersi dietro la cocente sconfitta casalinga contro l’Argentina nella finale di Copa America ed è reduce da un girone di qualificazione senza sconfitte. Il cammino, però, non è certo semplice. Sulle qualità della Svizzera di Murat Yakin, purtroppo, possiamo far fede noi. I rossocrociati sono uno strano mix di rocciosi veterani e rapidissimi giovani, dalle ripartenze micidiali. Cosa dire, poi, della Serbia, la squadra più “italiana” in Qatar? Lasciando da parte il “marziano” Vlahovic, i sogni proibiti delle grandi della Serie A sono lì, dai fratelli Milinkovic Savic, al bianconero Kostic al viola Jovic. Per chiudere, poi, un pessimo cliente come il Camerun, col dente avvelenato dopo la sconfitta in finale nella Coppa d’Africa di casa. I Leoni Indomabili hanno messo da parte l’esuberanza atletica di una volta e sono ora molto quadrati, affidandosi al talento di Aboubakar e del napoletano Anguissa. Le sorprese, in questo caso, sono assicurate.

GRUPPO H

L’ultimo gruppo di Qatar 2022 è forse il più difficile da decifrare. Pochi dubbi, forse, sulla favorita, il Portogallo di CR7 e Leao, che sembrerebbe averne di più delle rivali. Sul resto, invece, regna l’incertezza più totale. Una volta la candidata naturale al secondo posto sarebbe stato l’Uruguay, ma il calcio ne ha fatta di strada dall’ultima volta che la Celeste ha alzato al cielo la Coppa Rimet. Il passaggio dal maestro Tabarez all’allievo Diego Alonso è stato problematico ma, per sua fortuna, a salvarlo sono arrivati alcuni giovani leoni. Cavani, Luis Suarez e Diego Godin sono rimasti, magari a mezzo servizio, a fare da chiocce a Darwin Nunez, bomber pagato a peso d’oro dal Liverpool. Alla garra charrua dei sudamericani fa da contraltare l’esuberanza fisica del Ghana, rinnovato pesantemente dopo l’esclusione da Russia 2018. Le nuove Black Stars si sono affidate all’esperto Andre Ayew e a giovani promettenti come il talento dell’Ajax Mohammed Kudus. A chiudere, una squadra scorbutica come la Corea del Sud. Se molti dei giocatori che il ct Paulo Bento metterà in campo in Qatar sono poco conosciuti, giocando nel ricco campionato coreano, i pochi espatriati si sono fatti valere. Se la difesa si basa sul napoletano Kim Min-jae, riuscito nell’impresa di non far rimpiangere Koulibaly, a guidare l’attacco il micidiale Son Heung-min, fedelissimo di Conte al Tottenham. Basteranno per ripetere il discusso exploit del Mondiale di casa? Improbabile, ma sognare non costa niente.

Ecco qui le 32

squadre che si giocheranno la coppa più bella del mondo. Il clima e lo scenario sono certo inconsueti ma possiamo scommettere che, anche questa volta, la magia del calcio saprà unire tutto il mondo. Buon Mondiale a tutti!

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