È nato da una rissa il Marocco degli ammutinati

Giocatori ed ex tecnico alle mani, la squadra impose il ct Regragui alla federazione. Oggi la sfida contro il Portogallo (non solo più di Cr7)

È nato da una rissa il Marocco degli ammutinati

La trionfale cavalcata del Marocco è figlia di una rissa e di un ammutinamento. Senza la scazzottata da saloon, il miracolo paradossalmente non sarebbe accaduto. La storia inizia lo scorso 30 gennaio, quando i maghrebini vennero eliminati ai quarti di finale della Coppa d'Africa per mano dell'Egitto. Al termine della gara ci fu un vero e proprio regolamento di conti nello spogliatoio. Alcuni giocatori, come riportò la stampa di Rabat, vennero alle mani con l'allenatore Vahid Halilhodzic, colpevole di aver lasciato a casa, per ragioni disciplinari, la stella Hakim Ziyech. Due mesi dopo, il 22 marzo, la situazione sembrava essere tornata alla normalità: il Marocco superò la Repubblica Democratica del Congo, qualificandosi ai mondiali in Qatar. Halilhodzic andò avanti per la sua strada, forte del biglietto per Doha, e confermò l'esclusione di Ziyech, cosi come quella del terzino Noussair Mazraoui, considerati dal tecnico «due piantagrane».

In Marocco nei mesi a seguire accade di tutto: buona parte della stampa chiese che Halilhodzic venisse cacciato, ritenendo i due giocatori fondamentali per le fortune dei Leoni dell'Atlas. La federazione tentennò.

Nella stanza dei bottoni non se la sentivano di licenziare l'artefice della qualificazione al torneo in Qatar, ma dovettero fare i conti con la squadra pronta all'ammutinamento. A inizio agosto un gruppo di senatori della nazionale venne ricevuto dal presidente della federcalcio Fouzi Lekjaa, che è anche il ministro del Bilancio.

La riunione durò un paio d'ore, e la squadra vinse il braccio di ferro: l'11 agosto Halilhodzic venne esonerato. Non solo, furono i giocatori a indicare il nome del successore. Loro volevano a tutti i costi Walid Regragui, che sulla panchina del Wydad di Casablanca aveva fatto grandi cose in un solo anno (un campionato e una Champions League africana), e che conosceva l'ambiente avendo difeso i colori del Marocco in 45 occasioni.
Il resto è storia recente che tutti conoscono: Regragui accettò l'incarico, Ziyech e Mazraoui tornarono in squadra e il Marocco è diventato una delle stelle del mondiale in corso. Ciò che è accaduto dal 30 gennaio a oggi forse non ha i crismi del politically correct, ma il calcio marocchino ci ha guadagnato in risultati e visibilità. Dispiace per Halilhodzic, che per la terza volta nella sua carriera è stato cacciato dalla guida di una Nazionale poco prima dell'inizio di una Coppa del Mondo. Era infatti già accaduto con la Costa d'Avorio e il Giappone.

Il Marocco si conferma la nazione del disordine organizzato, dove tutto può accadere, compreso battere oggiil Portogallo (non solo) di CR7. Ne è convinto il ct Regragui, che ieri in conferenza stampa ha dichiarato: «Se stiamo bene fisicamente le semifinali non ci sfuggiranno».

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