Cosa rischia il Manchester City (anche Guardiola?)

Mentre le altre 19 squadre di Premier League si schierano compatte contro le irregolarità degli Sky Blues, si rincorrono le voci sulla possibile uscita di scena del tecnico catalano. In caso di penalizzazione, ad attenderlo ci sarebbe una vecchia conoscenza: Leo Messi

Cosa rischia il Manchester City (anche Guardiola?)

Il pasticciaccio brutto che sta per travolgere la Premier League rischia di spazzare via il lavoro svolto negli ultimi 30 anni per conquistare il mondo del calcio. Che la situazione sia veramente seria lo si capisce da molti segnali, primo tra tutti l’assoluta unità d’intenti dei club del campionato più ricco del pianeta nello schierarsi contro le operazioni "disinvolte" che secondo l’accusa sarebbero state compiute dal Manchester City negli ultimi anni. La cosa sembrerebbe scontata ma un consenso unanime del genere non si vedeva dai tempi della Superlega, quando tutto il mondo del calcio inglese e dei media si schierò contro l’operazione, trascinandosi dietro anche la politica. L’assoluta serietà con la quale vengono trattate le centinaia di infrazioni al regolamento della lega è un segnale chiaro di un pericolo reale, tanto grave da mettere in rischio il futuro del campionato inglese.

Real Madrid Manchester City

Tra le altre 19 squadre della Premier, ci sarebbero posizioni più conciliatorie ed alcune decisamente meno, per le quali anche la temuta retrocessione in Championship sarebbe una punizione troppo lieve per le macchinazioni della proprietà del City. Gli Sky Blues, secondo loro, dovrebbero ripartire dal basso della piramide del calcio inglese, forse addirittura dal calcio non professionistico. Pochi, in effetti, si aspettavano che durante l’incontro di giovedì tutti gli altri club della Premier si schierassero compatti contro il modus operandi del City, le cui palesi violazioni del regolamento metterebbero a rischio la stessa credibilità della lega. Il vero timore è che queste polemiche incrinino per sempre l’immagine della Premier come campionato non solo d’eccellenza ma anche leale, pulito, sulla quale si basano le altissime quotazioni dei diritti televisivi all’estero.

Se la difesa del City annuncia una battaglia serrata su ogni punto procedurale, le altre squadre non sembrano aver fretta, tanto da far temere ai più che una soluzione definitiva sia lontana, forse più di due anni. L’importante sarebbe fare chiarezza una volta per tutte e punire in maniera esemplare le manovre finanziarie illegali della proprietà qatariota. Una guerra d’attrizione, quindi, che potrebbe però logorare in maniera forse definitiva la perfetta macchina da calcio dell’Etihad Stadium. Ancora prima della sentenza, i Citizens potrebbero infatti perdere pezzi, forse lo stesso genio del calcio cui sono legate gran parte delle vittorie degli ultimi anni.

Guardiola

"Se mi mentite, me ne vado"

Con i media impegnati a sondare le intenzioni delle altre squadre di Premier e la strategia della difesa del City, il silenzio sulle intenzioni del deus ex machina dei grandi successi degli Sky Blues, Pep Guardiola, è quindi comprensibile, come la sua volontà di pensare solo agli obiettivi stagionali, dalla rincorsa all’Arsenal capolista alla tanto sospirata prima Champions League. Il tecnico catalano, però, aveva già reso ben chiare le sue intenzioni lo scorso agosto, quando un giornalista gli aveva ricordato la condanna ricevuta dalla Uefa nel febbraio 2020 per le violazioni al fair play finanziario, poi ridotta dal Tas cinque mesi dopo. In quell’occasione Guardiola si era schierato a fianco del suo club, dicendosi certo che la dirigenza non avrebbe violato alcuna regola. Allo stesso tempo, però, aveva messo in chiaro una cosa ben precisa: se si fosse reso conto che il Man City gli aveva mentito, non avrebbe esitato ad andarsene.

Le sue parole sono fin troppo chiare: "Ho chiesto alla dirigenza delle accuse ricevute ed ho creduto al 100% a quello che mi hanno detto. Gli ho però ripetuto che ‘se mi avete mentito, me ne andrò immediatamente, senza guardarmi indietro. Non vi considererò più miei amici’. Mi piace rappresentare un club che fa le cose per bene. Non importa solo vincere la Champions o la Premier League, bisogna farlo rispettando le regole, per il bene della società e dei tifosi". Guardiola, poi, aveva fatto intuire che l’opposizione alle pratiche disinvolte della sponda blu di Manchester era già piuttosto consistente, una fronda che sembra essere cresciuta molto negli ultimi mesi. "Non dimentico come nove squadre della Premier League avessero spinto per escludere il Manchester City dalle competizioni europee. So chi sono".

erling haaland

Guardiola, poi, non può ignorare il fatto che, se le accuse fossero provate, la serie straordinaria di titoli raccolti all’Etihad potrebbe venir cancellata di colpo. Visto che le irregolarità contestate si riferiscono al periodo dal 2009 al 2018, i primi tre titoli di Guardiola a Manchester sarebbero revocati, come successe alla Juventus ai tempi di Calciopoli. I lavori della commissione indipendente nominata dalla Premier League continuano in segreto come da regolamento ma le nubi iniziano già ad infittirsi, tanto da aver messo in seria crisi il rapporto di Guardiola con il club.

Il richiamo di Messi

Ad approfittare di questa crisi potrebbe essere una vecchia conoscenza del tecnico catalano, una certa “pulce” che sta faticando a smaltire la sbornia mondiale, Lionel Messi. Secondo il sito spagnolo Fichajes, infatti, il Paris Saint-Germain starebbe seriamente considerando un assalto all’arma bianca per riunire Pep con il suo pupillo preferito, specialmente se la serie di risultati deludenti dell’undici di Galtier dovesse continuare. La dolorosa eliminazione dalla Coppa di Francia da parte dell’odiato Olympique di Marsiglia certo non ha aiutato a tranquillizzare la proprietà dei Rouge-et-Bleu, molto ansiosa alla vigilia dell’incrocio di Champions con il Bayern Monaco. Non è certo la prima volta che Guardiola viene avvicinato al Parco dei Principi ma a confermare che le cose, stavolta, potrebbero andare in maniera diversa sono voci insistenti che arrivano dall’Etihad, raccolte dal sito inglese The Athletic. Se il Man City dovesse subire ogni genere di sanzione, Pep se ne andrebbe di sicuro.

Lionel Messi

Le parole del tecnico catalano nella conferenza stampa alla vigilia della partita di campionato di domenica contro l’Aston Villa sembrerebbero aver messo a tacere ogni speculazione, ma non tutti sono convinti. Guardiola ha difeso a spada tratta la dirigenza: “Siamo fortunati, viviamo in un paese dove tutti sono innocenti fino a prova contraria. Sembra che ci abbiano già condannato ma le cose non stanno così. Abbiamo ottimi avvocati e ci difenderemo”. In quanto al suo futuro, nessun dubbio: “Non mi muovo da qui, non ho alcun dubbio sull’onestà della dirigenza. Guardate al caso Uefa: non avevamo fatto niente di male. Perché mai non dovrei fidarmi di loro?”. Tutto chiaro, tutto a posto, quindi? Per il momento sembrerebbe di sì, ma difficile davvero prevedere se questa fiducia non potesse incrinarsi molto in fretta, specialmente se dalla commissione a porte chiuse dovessero trapelare dettagli compromettenti.

Potrebbe essere una tempesta in un bicchier d’acqua o la calma prima della tempesta, nessuno può esserne certo. Una situazione certo non ideale alla vigilia di una serie di incroci che decideranno il destino della stagione del Manchester City.

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