Il re del poker

Jock Stein morì di infarto, in panchina, a Cardiff, dopo il rigore realizzato da Cooper al Galles

Il re del poker
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Ricordando Denis The King Law, l'icona del Manchester United, della Scozia e del Torino, mi è tornata in mente una storia vissuta da un'altra leggenda del calcio scozzese, Jock Stein. Alternava il lavoro di minatore con il calcio, per dieci anni continuò a scendere sotto terra, quando gli arrivò l'offerta dei gallesi del Llanelli, 12 sterline a settimana, una pepita imprevista. Buon centromediano, esaurita la carriera di calciatore

diventò allenatore ed entrò nella storia, fu lui il primo a centrare quello che la stampa celebra oggi come triplete, ma per lui fu un poker: ci riuscì con i ragazzi del Celtic nel 67, anno in cui la squadra dei cattolici di Glasgow vinse il campionato, la coppa di Scozia, la coppa di lega e la coppa dei campioni, nella finale di Lisbona contro l'Inter. Due anni dopo, Stein raccontò di avere ricevuto una telefonata da un dirigente del club nerazzurro che tentò di avviare una trattativa di mercato: «Siamo pronti a darvi centomila sterline se ci lasciate l'ala destra

Jimmy Johnstone». Stein non si scompose e replicò: «Per quale partita lo volete?».

Jock Stein morì di infarto, in panchina, a Cardiff, dopo il rigore realizzato da Cooper al Galles, il gol segnò il pareggio e l'accesso della Scozia ai play off per il mondiale in Messico. Su quella panchina si sedette Alex Ferguson.

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