Mike Maignan, lasciando la sua porta e dirigendosi verso l'arbitro Maresca, ha voluto dare un segnale forte ai razzisti. Nel bel mezzo di Udinese-Milan, il numero uno francese ha sentito ululati e insulti di stampo razziale nei suoi confronti e ha deciso di dire stop alla partita. Il suo gesto all'interno del rettangolo di gioco è stato forte, ancora di più quanto scritto sui social network nei confronti di Udinese e Procura della Figc: "Complici di razzismo".
Il club friulano, però, con una nota ha voluto prendere le distanze in maniera netta con quanto accaduto ieri sera alla Dacia Arena: "Udinese Calcio è profondamente dispiaciuta e condanna ogni atto di razzismo e violenza. Riaffermiamo la nostra avversione a qualsiasi forma di discriminazione ed esprimiamo la nostra profonda solidarietà al giocatore del Milan Mike Maignan alla luce del deplorevole episodio avvenuto sabato nel nostro stadio".
In chiusura un messaggio di collaborazione per scovare i colpevoli di questi gesti che nulla hanno a che vedere con il calcio: "L'Udinese collaborerà con tutte le autorità inquirenti per garantire l'immediato chiarimento dell'accaduto, con l'obiettivo di adottare ogni misura necessaria per punire i responsabili. Come Club, continueremo a lavorare diligentemente, come abbiamo sempre fatto, per promuovere la diversità e l’integrazione di tutte le etnie, culture e lingue tra i nostri giocatori, lo staff, la città e una tifoseria che ha sempre dimostrato correttezza".
La proposta del sindaco di Udine
Il primo cittadino di Udine, Alberto Felice De Toni, con un post su Facebook ha voluto ribadire come la sua città non sia affatto razzista e si è fatto promotore di una bella iniziativa: "La nostra è una città di tutti: Udine non è razzista. Per questo ho invitato personalmente Maignan a Udine per realizzare, insieme a Fondazione Milan, iniziative concrete per la lotta alla discriminazione. Proporrò anche al consiglio comunale di conferire al portiere la cittadinanza onoraria. Il Friuli è una terra accogliente e anche l'Udinese Calcio è da sempre una squadra multiculturale e inclusiva. Questi valori non possono essere umiliati da persone accecate dal razzismo con gesti che condanniamo fermamente".
La ricetta della FIFA
Gianni Infantino, numero uno della Fifa ha commentato così gli episodi di razzismo avvenuti a Udine e Sheffield nella giornata di ieri:"Gli eventi di sabato a Udine e di Sheffield a settembre sono assolutamente ripugnanti e del tutto inaccettabili. Non c'è posto per il razzismo né per altre forme di discriminazione, nel calcio così come nella società. I giocatori interessati da quanto accaduto sabato hanno il mio pieno supporto. È necessario che tutte le parti interessate agiscano, a partire dall'istruzione nelle scuole, affinché le future generazioni comprendano che questo non è parte del calcio né della società".
Infatino ha poi ribadito alcuni concetti basilari e fondamentali per la Fifa in tema razzismo: "Oltre alla procedura a tre fasi (sospensione della partita, seconda interruzione della partita, partita annullata), va comminata la sconfitta a tavolino per le squadre i cui tifosi si siano resi protagonisti di atti di natura razzista - provocando così l'annullamento della partita - , così come vanno attuati divieti di accesso agli stadi di tutto il mondo e portate avanti accuse penali nei confronti di chi compie atti razzisti", ha aggiunto il numero 1 del calcio mondiale in una nota social.
La Fifa e il mondo del calcio mostrano piena solidarietà alle vittime di razzismo e di ogni altra forma di discriminazione. Una volta per tutte: no al razzismo! No ad ogni forma di discriminazione!", ha concluso Infantino.
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