Il sigaro Conceiçao e quello show per la Supercoppa

Il mister del Milan festeggia il successo per 3-2 sui rivali di sempre. E rilancia la moda del sigaro per celebrare la vittoria

Il sigaro Conceiçao e quello show per la Supercoppa
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La moda è lanciata: charuto e kuduro. Sergio Conceiçao porta nuovi riti da spogliatoio, come aveva celebrato il trentesimo campionato vinto dal Porto, a Ryad ha voluto confermare la tradizione, dunque accendendo un sigaro, charuto nella lingua lusitana, danzando il kuduro, genere reggaeton, tormentone estivo del 2011, colonna sonora di Fast&Furious che è poi il suo sottopancia in panchina, a bordo campo, da calciatore prima, da allenatore dopo.

Il sigaro, trattasi quasi sicuramente di un Cohiba, fascetta gialla, era il tipico dono che Fidel Castro offriva a politici, capi di stato, rappresentanti di governo, in visita a Cuba. È simbolo di forza, spesso è contraffatto anche nel territorio de l’Avana, è diverso dal Montecristo preferito da Ernesto Guevara detto il Che per quel suo tic labiale, sta di fatto che Sergio Conceiçao, involontariamente, apre il fronte, anche se, in verità, Carlo Ancelotti aveva usato un sigaro per festeggiare sul pulmann scoperto del Real Madrid una delle sue cento vittorie.

Sigmund Freud disse che a volte un sigaro è soltanto un sigaro.

Pare che la citazione e attribuzione siano errate e, comunque, trattasi di errore. Fernando Pessoa, compatriota di Conceição, sosteneva che un buon sigaro e stare ad occhi chiusi, questo è essere ricchi. E Sergio, il milanista, ha una Supercoppa in più.

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