Vialli 1988-2021. gol, abbraccio e furie rosse matate

Le imprese dell’ex bomber e capo delegazione azzurro: da Francoforte a Londra e Gelsenkirchen, una sfida nel segno di Gianluca da tre decenni

Vialli 1988-2021. gol, abbraccio e furie rosse matate
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Da Germania ’88 a Germania ’24, dalla Spagna alla Spagna, da Francoforte a Gelsenkirchen, 250 km di speranza più a nord.
Il derby dell’Europeo riannoda i ricordi con l’ultima occasione in cui il torneo si giocò da queste parti. Euro ’88, appunto, con l’Italia di Vicini impegnata a rialzare la testa dopo il deludente crepuscolo dei campioni di Bearzot ai Mondiali messicani. È una squadra impostata su molti giovani che Vicini aveva portato alla finale dell’Europeo U21 due anni prima, persa ai rigori proprio contro la Spagna: Zenga, Ferri, De Napoli, Donadoni, Giannini e soprattutto Vialli e Mancini, i gemelli della Sampdoria astro nascente, che mai come in quella occasione hanno caratterizzato anche la Nazionale.
Il genio del Mancio e il fiuto del gol di Gianluca al servizio di una squadra che piace e gioca bene, incentrata sulla blindatissima difesa e sorretta a centrocampo dalla fantasia di Donadoni e Giannini, oltre che dal lavoro di De Napoli e Ancelotti. Proprio il futuro Rey Carlos che avrebbe fatto le fortune del Real Madrid dalla panchina 40 anni dopo. E a proposito di Real, dall’altra parte ci sono le merengues della «Quinta del Buitre» (Gordillo, Sanchis, Gallego, Michel, Martin Vazquez e appunto Butragueno) spina dorsale della squadra di Miguel Munoz, tecnico pluridecorato ma ormai a fine carriera, assieme al portiere Zubizarreta e a Victor del Barça, oltre a Bakero e Beguiristain, future colonne del Barcellona di Cruijff. Insomma, una Spagna da maneggiare con cura, reduce oltre tutto dalla vittoria sulla Danimarca nella prima giornata.
L’Italia, che arriva comunque da un importante pareggio con la Germania (grazie a Mancini), deve vincere per mettersi alle spalle gli spagnoli e puntare alla semifinale. E a Francoforte gli azzurri danno effettivamente una lezione di gioco a Victor e compagni, anche se si fatica a trovare il gol, anche perché Sanchis e compagni maltrattano discretamente gli attaccanti azzurri. Finché al 73’ Ancelotti fa partire un lancio su cui Altobelli (entrato al posto di Mancini) sbilancia la difesa con una finta, aprendo a Vialli la strada per battere Zubizarreta con un diagonale da sinistra, dopo essersi bevuto Tomas.

È il gol che timbra l’impresa e ci spalanca le porte della semifinale (poi persa contro l’Urss) e che consacra Gianluca Vialli in azzurro, l’inizio di una parabola che in Nazionale si chiuderà alla vigilia di Usa ’94, ma che poi lo vedrà preziosissimo capo delegazione (mai abbastanza ricordato), proprio con Mancini ct, ai vittoriosi Europei del ’21. Chissà se, abbracciandosi dopo la vittoria ai rigori sulla Spagna, Roby e Gianluca avranno pensato a quella vecchia sfida vinta assieme 33 anni prima...

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