Sì allausterità, ma senza rinunciare alleleganza. Quando anche su Palazzo Madama si abbatterà la scure del taglio alle spese, i dipendenti «della carriera ausiliaria» potranno affrontare il nuovo corso di rigore finanziario vestiti di tutto punto. Nello scorso marzo infatti il Senato ha indetto una gara dappalto da 1.200.000 euro per assicurare una mise decorosa al proprio personale. Personale che, stando alle specifiche del bando pubblico, devessere composto in prevalenza da uomini: quattrocento, infatti, le uniformi maschili ordinate, solo settanta quelle femminili. E qui una domanda sorge spontanea: perché dunque inserire nellordine di acquisto, a fianco di 4.455 paia di calze maschili, anche 2.666 collant? Comunque, quale che sia la sua destinazione, la fornitura di calze da donna va ad aggiungersi alle 1.685 camicie, 570 paia di scarpe, 336 cravatte e 444 papillons che completano la «lista della spesa». Che non è ancora finita.
«Lappaltatore - si legge nel testo del bando, pubblicato a gennaio in Gazzetta Ufficiale - sarà tenuto altresì ad eseguire un servizio di piccola sartoria e stireria dellintera dotazione di vestiario». E per questo servizio di manutenzione quinquennale dei guardaroba Palazzo Madama sborserà un altro milione. Duecentomila euro allanno per far stirare e rammendare camicie e papillon (non è insolito che il Senato paghi la stessa cifra, se non di più, per la manutenzione di qualcosa piuttosto che il suo acquisto: nel 2008 per comprare arredi e tappezzerie si spesero 900mila euro, e 1.450.000 per la manutenzione degli stessi).
Quel che è certo è che i senatori devono tenerci molto alleleganza dei dipendenti di Palazzo Madama, se solo nel 2008 erano stati messi a bilancio, sempre per il «vestiario di servizio», altri 435mila euro.
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