Peter Cameron torna sul luogo del delitto, e non è un modo di dire, visto che proprio fra le viuzze e i panorami di Andorra accadeva un misfatto, che era al centro del suo romanzo del 1997 intitolato, appunto, Andorra (Adelphi). Laggiù, fra i Pirenei, l'americano Alex Fox fuggiva «da tutto», e gli era parso anche, all'inizio, di avere scovato qualcosa di diverso, per la sua vita almeno... Insomma, a causa di quel suo romanzo (ma non solo del suo, a essere precisi) la reputazione del principato è stata assai danneggiata, ne è stato offerto «un quadro distorto - truffaldino, volgare e idiota» e quindi, per tentare di rimediare, Peter Cameron ha raccontato un'altra Andorra (che ora Adelphi pubblica nella collana Microgrammi); si tratta però di «Una guida turistica», per la precisione una «Breve guida proporzionata alle ridotte dimensioni del paese e realizzata con la collaborazione di vari cittadini andorrani per andare incontro alle necessità di chi viaggia seduto in poltrona».
E viaggiare seduti in poltrona è, guarda caso, quello che tocca a tutti noi ai tempi della quarantena, anche se la «Guida» fu pubblicata nel 2010 dallo stesso Cameron con la sua casa editrice: infatti, oltre che scrittore raffinato, l'autore di Quella sera dorata è un editore raffinatissimo. Andorra è infatti accompagnata da illustrazioni e tavole (di Florent Morellet) e fotografie, molte d'epoca. E «vanta» i contributi di vecchie conoscenze per i lettori di Andorra (il romanzo), testimoni e protagonisti di primo piano della vita dello staterello, come la nobilissima Sophonsobia Doyle Quay, vedova di Sir Reginald Quay, ex ministro dell'Interno, per il quale la donna non manca di spendere parole di sincera ammirazione, addirittura suggerendo che il presidente americano Lyndon Johnson si sia ispirato all'Iniziativa Montana di Andorra (un programma di «redistribuzione e rivitalizzazione economica») per le sue riforme della «Grande società».
Per non rovinare al lettore/viaggiatore in poltrona il gusto di questa «Guida» intrisa tanto di ironia quanto di informazioni, basta un accenno a certe caratteristiche singolari del luogo: non
c'è obesità, nel Principato, e non c'è neanche molto spazio per il culto («le frottole e la superstizione», nella definizione di Mrs Quay); e c'è un solo vero hotel, l'Excelsior, ma eccellente, con una biblioteca superba.
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