Campagna per i pazienti con sclerosi multipla

Vogliono essere: «Informati, autonomi, attivi, i pazienti con sclerosi multipla ai tempi del web». Questa la conclusione di una indagine condotta da Stethos Italia e alla base della campagna d'informazione «Noi Centriamo». L'iniziativa, con il tenore Marco Valeri come testimone, prenderà il via da Napoli il prossimo 25 giugno e si svilupperà soprattutto nei 24 Centri per la Sclerosi multipla, coinvolti nella campagna. Tanta comunicazione per accendere i riflettori, sulle nuove prospettive per i pazienti con sclerosi multipla: circa 65mila in Italia, soprattutto di sesso femminile. «All'inizio del secolo scorso la malattia colpiva in egual misura uomini e donne, ora la proporzione è di tre donne per ogni uomo, probabilmente a causa di cambiamenti nello stile di vita», afferma Giancarlo Comi, professore di neurologia all'università Vita-Salute, San Raffaele, Milano e presidente della Società italiana di neurologia (Sin). «Grandi i progressi negli ultimi vent'anni , oggi siamo in grado di contrastare meglio i processi infiammatori e degenerativi, facendoci carico anche della qualità di vita dei pazienti. A disposizione abbiamo farmaci vecchi, nuovi e nuovissimi: il punto è come usare queste diverse terapie. Come avviene per altre patologie, si punta a personalizzare al massimo la cura, con l'obiettivo di ottenere i vantaggi più elevati con il minimo dei rischi. I nuovi farmaci, come fingolimod, sono meglio tollerati dai pazienti e più maneggevoli, grazie alla monosomministrazione quotidiana per bocca». La molecola è l'unica, finora, per la quale è stato dimostrato un effetto globale di riduzione della progressione dell'atrofia cerebrale (la perdita di volume cerebrale). «Oggi grazie alla risonanza magnetica, possiamo valutare un parametro fondamentale come l'atrofia cerebrale.

La malattia provoca un'accelerazione dell'invecchiamento del cervello, dobbiamo utilizzare farmaci - precisa Comi - che rallentano la perdita di tessuto cerebrale, che porta alla riduzione dell'autonomia e all'alterazione delle funzioni cognitive. Con la risonanza magnetica verifichiamo poi l'efficacia della terapia nel rallentare o in numerosi casi prevenire l'atrofia cerebrale».

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